Dazi sulle auto cinesi, voto favorevole dell'Europa

Dazi sulle auto cinesi, voto favorevole dell'Europa
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Auto.it ECONOMIA

Il prossimo passaggio vedrà l'imposizione dei dazi definitivi, entro il 30 ottobre. Non si chiude la porta al negoziato Europa-Cina per una soluzione alternativa, di prezzi minimi realmente applicabili (Auto.it)

Ne parlano anche altri media

L'Unione Europea ha deciso di imporre dei dazi sui veicoli elettrici (Bev) provenienti dalla Cina. La proposta della Commissione Europea ha ottenuto il "sostegno necessario" da parte degli Stati membri dell'Ue per l'adozione. (Adnkronos)

Alla fine i Paesi Ue non sono riusciti a mettersi d’accordo né a favore né contro il prolungamento per cinque anni dei dazi europei introdotti il 5 luglio scorso e che gravano fino al 35,3% sui veicoli elettrici prodotti in Cina (a cui va aggiunto il 10% già esistente sulle auto importate: in totale quindi il dazio complessivo arriva al 45%). (Corriere della Sera)

Nonostante la resistenza della Cancelleria federale Tedesca, i paesi dell’UE non hanno bloccato le tariffe aggiuntive sulle auto elettriche provenienti dalla Cina. Per fermare i piani sarebbe stata necessaria la maggioranza dei 27 Stati membri, che secondo i diplomatici non è stata raggiunta nella votazione di oggi a Bruxelles. (Scenari Economici)

“Nessun dazio in Svizzera sulle auto cinesi”

L'Unione Europea ha votato venerdì per imporre dazi fino al 45% sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina, aprendo la strada a un possibile conflitto commerciale con Pechino. Questa decisione, presa dalla Commissione Europea dopo un’indagine che ha rilevato un sussidio ingiusto da parte della Cina alla sua industria automobilistica, rischia di alimentare tensioni già alte tra le due potenze. (Automoto.it)

L’Italia (e la Francia) è tra i 10 paesi che hanno votato a favore dell’imposizione di dazi aggiuntivi sugli EV importati dalla Cina con aliquote fino al 36,3%. Pechino ha minacciato di scatenare una guerra commerciale contro latte, panna e formaggi europei. (Rinnovabili)

Un passo che viene giustificato come una risposta ai sussidi elargiti al settore da Pechino, ma che è lungi dal fare l’unanimità anche fra i 27 stati membri: realtà importanti come la Germania si sono opposte. (RSI.ch Informazione)