VIDEO Francia, migliaia di manifestanti festeggiano per la morte di Jean-Marie Le Pen
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Migliaia di manifestanti si sono radunati a Parigi per celebrare la morte del leader dell’estrema destra francese Jean-Marie Le Pen. I dimostranti hanno acceso fuochi d’artificio e scandito slogan in Place de la République. Il fondatore del partito Fronte Nazionale è morto all’età di 96 anni. Le Pen è stata una figura divisiva in Francia ed è stato condannato più volte per antisemitismo, discriminazione e incitamento alla violenza razziale. (LAPRESSE)
La notizia riportata su altre testate
«Fa parte degli alti e bassi di una vita politica intensa, perché lei Marine Le Pen non è andata a Mayotte in vacanza», ha sottolineato Aliot. (Corriere del Ticino)
Esistevano tutte e due, la seconda legittimava il primo. Nel suo lunghissimo secolo, Jean-Marie Le Pen, in 96 anni di vita e settanta in politica, ha interpretato per il suo paese e non solo, il rovescio della narrazione universalista post bellica e post coloniale. (L'HuffPost)
Le Pen, il governo francese: "da morto anche il nemico merita rispetto" 08 gennaio 2025 (Il Sole 24 ORE)
Lo storico leader dell’estrema destra, Jean-Marie Le Pen, è morto in Francia a 96 anni. Fondatore di Front National, era il padre di Marine, a sua volta guida di Rassemblement National, partito nato proprio dalle ceneri di Front National, sciolto nel 2018. (Virgilio Notizie)
Come lo definisce Le Monde, Le Pen è stato "l'uomo che ha rimesso l'estrema destra al centro della politica francese" dopo la Seconda guerra mondiale, in un periodo in cui questa area politica era stata quasi cancellata dall'epurazione seguita alla collaborazione con il regime nazista. (WIRED Italia)
In un lungo articolo, la France Presse lo descrive come «eterno provocatore e pioniere dell’estrema destra europea», «tribuno senza pari, provocatore ossessionato dall’immigrazione e dagli ebrei, patriarca ostacolato dai suoi», evidenziando come Le Pen abbia «fatto uscire l’estrema destra francese dalla sua marginalità durante una carriera politica che ha segnato la Quinta Repubblica», durante la quale «non ha mai espresso alcun rammarico per i suoi eccessi» che gli sono valsi diverse condanne: dalle camere a gas definite un «dettaglio della storia» alla «disuguaglianza delle razze», passando per l’occupazione tedesca descritta come «non particolarmente disumana» o l’aggressione fisica di un oppositore socialista. (Giornale di Sicilia)