Il Vortice Polare anticipa i tempi, dal Caldo al GELO il passo è breve
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Le dinamiche meteo di fine autunno stanno riservando sorprese per l’Italia e il resto dell’Europa, con un vortice polare che sembra anticipare incursioni fredde già nel mese di novembre. Gli aggiornamenti sul Vortice Polare e sull’Oscillazione Artica (AO) indicano un probabile passaggio da una fase positiva a una negativa nelle prossime settimane, favorendo condizioni climatiche che potrebbero spingere masse di aria fredda verso le latitudini più basse, comprese quelle italiane. (Meteo Giornale)
Su altri media
Questa figura anticiclonica garantirà per molti giorni una situazione di generale stabilità atmosferica, caratterizzata da temperature complessivamente miti. L’Italia si trova nel pieno dominio di un vasto campo di alta pressione, che si estende con solidità su gran parte del bacino euro-mediterraneo. (Meteo Italia)
L’AMOC è un sistema complesso di correnti oceaniche, tra cui spicca la Corrente del Golfo, responsabile del trasporto di calore dai tropici verso l’Europa e le coste degli Stati Uniti orientali. (Tempo Italia)
L’estensione della neve autunnale nell’emisfero settentrionale si è rivelata un indicatore capace di influenzare la stabilità del vortice polare, la vasta area di bassa pressione che sovrasta il Polo Nord e che governa gran parte della circolazione atmosferica invernale. (Meteo Giornale)
Questo evento, ricordato come uno dei fenomeni di freddo estremo più intensi del dopoguerra, colpì in particolare il Nord Italia e le zone interne del Centro Italia, con temperature che precipitarono fino a -30°C in alcune aree della Valle Padana e -23°C a Firenze. (Meteo Giornale)
I modelli di ECMWF, NOAA e UKMO lasciano intuire una configurazione influenzata dalla presenza di La Niña, il fenomeno opposto a El Niño. Quest’anno, infatti, l’attività di La Niña ha portato a un notevole raffreddamento delle acque del Pacifico tropicale, un elemento che, come suggeriscono i meteorologi, può riflettersi sull’Europa in vari modi, intensificando l’incidenza di fenomeni freddi e perturbazioni nevose. (Meteo Giornale)
La stagione invernale viene vista dal modello GFS sulla falsariga di quanto già sperimentato negli ultimi 10 anni. In pratica ci sarà un dominio relativamente prolungato dell’anticiclone, alternato a correnti occidentali non fredde associate a qualche precipitazione, che sarà più generosa se il flusso perturbato atlantico riuscisse ad abbassarsi di latitudine, meno incisiva nel caso l’anticiclone riuscisse comunque a metterci il “naso” mantenendo alte le traiettorie dei fronti, come vediamo qui sotto: Il freddo potrebbe essere affidato ad irruzioni da nord, nei momenti in cui l’anticiclone dovesse ritirarsi ad ovest, come viene visto a tratti soprattutto tra dicembre ed inizio gennaio: questi affondi settentrionali andrebbero a colpire in prevalenza il versante adriatico e il meridione, lasciando sottovento la catena alpina (salvo le zone di confine) e il versante tirrenico: (MeteoLive.it)