Cesare Cremonini: “Dopo un’abbuffata di ego ho ritrovato me stesso in Alaska”
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MILANO. «Per costruire le fondamenta del disco ho passato 45 giorni in Alaska; mi alzavo la mattina attraversavo il salotto, guardavo fuori oltre la nebbia aspettando il sole come un segno. Una notte è successa una cosa pazzesca: ho visto e filmato l’aurora boreale e nel docufilm che sarà trasmesso da Disney+ ai primi di dicembre, farò vedere esattamente le immagini del viaggio in un continente c… (La Stampa)
Ne parlano anche altri giornali
Un viaggio da Bologna all’Alaska, passando per l’America e ritorno. Un disco in cui l’amore gioca un ruolo fondamentale, nel quale emergono arrangiamenti sontuosi, archi e chitarre dal gusto Sixties, e con il quale l’artista amplia i propri orizzonti, muovendosi libero e alzando l’asticella del pop, pur non dimenticando le proprie radici. (Adnkronos)
Cesare partiamo da Alaska Baby che è un album di ripartenza. (Sky Tg24 )
Un viaggio fisico, nei luoghi simbolo della musica americana, e di progressivo avvicinamento a se stessi là dove – al Circolo polare artico – i pensieri si fanno sempre più distillati. E le distanze si annullano. (il Resto del Carlino)
Il nuovo disco, l’ottavo in studio, di cui il singolo Ora che non ho più te, ha anticipato l’uscita dei 12 brani prevista per il 29 novembre, raccoglie l’essenza dell’artista bolognese, mai fermo, mai statico, che a 44 anni dice: «Vivo come non mai, sono al centro della mia energia. (corriereadriatico.it)
Alla fine del documentario Alaska Baby dice che questo album nasce al confine: oggi i suoi confini quali sono? (Vanity Fair Italia)
Luigi & Iango (Avvenire)