Il capo delle milizie libiche in Italia, insorgono le opposizioni. Amnesty lo denunciò

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Tiscali Notizie INTERNO

Dopo il caso del generale libico Almasri, una nuova bufera politica investe l’Italia per la presenza nel Paese di un altro controverso esponente delle milizie libiche. Si tratta di Abdul Ghani al-Kikli, noto anche come “Ghneiwa”, comandante della milizia Stability Support Apparatus (SSA), accusato di crimini contro l’umanità e presunto responsabile di torture, sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali. (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altre testate

Ha un visto Schengen rilasciato da Malta nel 2023 e valido fino al 25 novembre 2025. Anche perché sul miliziano, diversamente da quanto era avvenuto per Osama Almasri Najeem, arrestato in Italia su mandato della Cpi e riaccompagnato in Libia con volo di Stato, non pende un ordine di cattura internazionale. (ilmessaggero.it)

Il suo nome, dice chi in Libia lavora o ha lavorato, non si pronuncia, si sussurra. Perché Gheniwa, al secolo Abdel Ghani al-Kikli, è uomo potente, con occhi e orecchie in ogni parte del Paese, da Tripoli che in larga parte controlla, a Bengasi che gli ha dato i natali. (la Repubblica)

Inseguito dalle accuse di torture, stupri e altri crimini violenti, un altro gerarca libico dopo Elmasry è stato tranquillamente in Italia. Una viaggio in compagnia dei miliziani del Ssa, criminali per l’Onu e indagati dalla Corte penale internazionale. (il manifesto)

Mentre il Guardasigilli Carlo Nordio continua a non dare risposte sul caso Almasri (il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato e poi rilasciato nel nostro Paese nonostante un mandato di cattura della Cpi), un altro caso Libia scuote il governo Meloni. (LA NOTIZIA)

"Abbiamo appreso questa mattina che potrebbe essere in Italia un altro torturatore libico, accusato dall'Onu di gravi violazioni, vogliamo chiarezza dal governo perché sta rendendo questo Paese un porto sicuro per le milizie libiche che spesso sono anche mafie libiche", così Elly Schlein, segretaria del Pd, a margine della manifestazione di Libera a Trapani. (La Repubblica)

Il nome del miliziano ricercato dalla Corte penale internazionale e rispedito in fretta e furia a casa con volo di stato è risuonato anche l’altro giorno, in occasione del ritorno della presidente del consiglio nelle aule del parlamento. (il manifesto)