Ci siamo imbucati alla lunga notte di Bagnaia e Martín a Barcellona, che ha ucciso il finto buonismo: campioni rimbalzati, la verità nel privé
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Non c’è niente, in MotoGP, come la festa di fine anno per capire il paddock e la sua gente. Una sorta di Notte del Giudizio in cui, invece di avere la possibilità commettere i crimini più efferati una volta all’anno come nella fantasia di James DeMonaco, si può fare festa sul serio, mettendo da parte l’ossessione per le corse con tutte le rinunce che la ricerca del risultato comporta. (MOW)
Ne parlano anche altri giornali
Nel club dei grandi della Moto Gp si aggiunge, doverosamente, il nome di Jorge Martin. Il madrileno conquista il suo secondo titolo mondiale in carriera, il primo in assoluto in classe regina, ma soprattutto diventa il primo pilota a vincere la corona più ambita pur correndo con un team satellite. (SportItalia.it)
Ancora una volta primo al traguardo. Ma il Doc ha vinto 9 titol… (la Repubblica)
Come giusto che fosse anche questa volta il fenomeno David Alonso ha vinto, ha stabilito il record di sempre con 14 vittorie in una sola stagione, ha gestito da campione anche questa gara, diventata particolarmente difficile per la scia che teneva compatto il gruppo. (Sky Sport)
Due ragazzi con un cuore grande così, capaci di compiere gesti d’eccezione in rapidissima sequenza, con il rischio di farsi male, di cadere, di buttar giù, insieme alla moto, una parte sensibilissima del loro destino. (Corriere della Sera)
Giovedì a Barcellona, dopo la conferenza stampa dei piloti, a Bagnaia è stato chiesto di scrivere su un foglio cosa avrebbe dovuto fare il suo rivale Jorge Martin nel caso in cui avesse vinto il Mondiale. (Corriere della Sera)
Puoi uscire a testa alta e con uno stato d'animo sereno... (Sky Sport)