Massimo Cotto, oggi i funerali ad Asti. Le ultime volontà dello speaker di Virgin Radio morto a 62 anni: «Niente lacrime, tacchi e abiti colorati»

Massimo Cotto, oggi i funerali ad Asti. Le ultime volontà dello speaker di Virgin Radio morto a 62 anni: «Niente lacrime, tacchi e abiti colorati»
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Un addio senza lacrime, colorato e in tacchi a spillo quello a Massimo Cotto, lo speaker di Virgin Radio morto a 62 anni dopo una breve ma impietosa malattia. Giornalista, scrittore, autore, è stato lui in persona a comunicare alla moglie le sue volontà per il giorno del suo funerale. La cerimonia sarà celebrata lunedì 5 agosto alle 15.30 ad Asti, e Chiara Buratti, attrice e conduttrice tv, ha annunciato sui social come il marito aveva immaginato l'ultimo saluto: «Ti ho promesso che l’avrei fatto, per cui adesso lo scrivo qui e spero mi leggano in tanti». (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Il contributo straordinario, autorizzato per l'esercizio finanziario (Monrealelive.it)

E nonostante gli sforzi di ricacciare indietro le lacrime, così é stato. Una festa. (Gazzetta D'Asti)

«Caro Massimo, se sei nel vento, che soffi musica per accompagnare il tuo viaggio», con queste parole Francesco Guccini ha salutato Massimo Cotto, il conduttore e critico musicale che si è spento a 62 anni all’ospedale di Asti, la sua città natale. (Corriere della Sera)

“Ci toccavi l’anima attraverso la radio”, il saluto a Mr rock

Asti saluta Massimo Cotto. In tanti si sono fermati per l'ultimo saluto, accolti dal sorriso di Massimo e dalla sua musica, le canzoni del Boss, dei Velvet Underground e di Leonard Cohen. (La Stampa)

La canzone di Springsteen ha segnato la vita di un giovanissimo Massimo Cotto che con le sue scarpe e le sue magliette, ha attraversato il mondo per intervistare i più grandi e diventando lui stesso il più grande di tutti nelle interviste e nella conoscenza musicale. (LaVoceDiAsti.it)

«Dentro le stradine ragazze danzano alla musica dei dischi che mette il Dj, amanti dal cuore triste si struggono negli angoli bui...». (La Stampa)