Bruno Guerri: "Effetto Serra difficile a destra. È il luogo dell'individualismo"

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il Giornale INTERNO

L'«effetto Serra» riempie le piazze e colma i cuori di buoni sentimenti europeisti. Questa la prima considerazione che viene spontanea il giorno dopo l'evento di piazza del Popolo a Roma. La seconda considerazione è una domanda che giriamo a Giordano Bruno Guerri, storico di vaglia e presidente dal 2008 del Vittoriale degli italiani. Ci sono intellettuali di destra capaci di riempire le piazze e replicare l'«effetto Serra»? «È molto difficile, se parliamo di un intellettuale (parola che detesto) o comunque di un personaggio di destra, convocare la piazza. (il Giornale)

La notizia riportata su altri media

Trentamila, hanno cominciato a contare registi, ammiratori e simili vedendo la piazza romana del Popolo riempirsi per l’Europa, la pace eccetera e consolandosi per la pioggia dicendo della piazza come del matrimonio, fortunato quando è bagnato. (Start Magazine)

Andrea Lattanzi, Gianvito Rutigliano Una piazza per l'Europa, il maxi striscione degli studenti: "Non è una protesta, ma siamo per un'altra Ue senza armi" (La Stampa)

Il videoracconto per una nuova Europa sulle note di Cappuccio Rosso cantata da Roberto Vecchioni dal palco. Politici, cantanti e tanta gente. (Corriere TV)

Finale di fuoco, in piazza dell’Esquilino, per la contromanifestazione antieuropeista della sinistra più sinistra che si conclude col rogo plateale di una bandiera dell’Unione Europea. È il vessillo stellato su sfondo blu il nuovo nemico giurato di questo popolo antagonista (10mila persone secondo gli organizzatori, circa 2mila, più realisticamente, a fine serata) che si riunisce alle 15 dietro lo striscione di Potere al popolo. (Liberoquotidiano.it)

Grandioso colpo d’occhio su piazza del Popolo, bella piazza piena, belle facce, con tanta gente che non riesce nemmeno ad entrare e resta perciò affacciata dai tornanti del Pincio, a picco sul palco, e sul retropalco (nel backstage ci entreremo tra poco, perché lì c’è un racconto nel racconto). (Corriere Roma)

"Siamo per l'Europa, ma bisogna capire di quale Europa parliamo. Siamo per l'Europa unita, ma che sia quella della pace e del lavoro. Senza pace e lavoro non ci sono né unità né libertà. Per questo contrastiamo radicalmente le proposte avanzate da Von Der Leyen di investire 800 miliardi nel riarmo. (Tiscali Notizie)