Petrolio, trivelle e propaganda. Il tour green di Baku nel vuoto della COP
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Il primo pozzo petrolifero industriale del mondo (1846) è ancora lì, sovrastato da una torre-scheletro un po’ sinistra, tra i grattacieli scintillanti del centro e il grigio Mar Caspio. È il monumento alla nazione asiatica che ha dato il via all’«oil boom» ben prima che Winthrop Rockfeller iniziasse a sforacchiare il Texas. Alle porte di Baku, pompano ancora centinaia di trivelle nella zona di Bibi-Heybat, distante appena 20 chilometri dallo stadio olimpico dove sono rinchiusi da dodici giorni, come in una bolla asfissiante, i negoziatori della Cop29 per discutere di transizione energetica e finanza climatica. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri media
Pechino ha la sua occasione. La Cina fa la parte da protagonista alla Cop29 in Azerbaigian, approfittando dell’assenza di Biden a Baku e del ritorno di Trump alla Casa Bianca, ma anche della disattenzione che hanno mostrato verso la Cop diversi leader, in primis quelli europei: dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. (Il Fatto Quotidiano)
La bozza della Cop29 di Baku sulla finanza climatica, uscita poco fa “decide di porre un obiettivo in estensione” di quanto previsto dall’Accordo di Parigi, “con i paesi in via di sviluppo che prendono l’iniziativa di arrivare a 250 miliardi di dollari all’anno al 2035 per i paesi in via di sviluppo per l’azione climatica”. (Il Sole 24 ORE)
E non è questione da poco: da qui si capirà il valore dell'accordo. La bozza dell'accordo della Cop29, la conferenza dell'Onu sul clima alle battute finali in Azerbaijan, raggiungere entro il 2035 un investimento mondiale di 1.300 miliardi di finanza climatica (cioè per provvedere alle necessità della lotta alla crisi ambientale) all'anno. (WIRED Italia)
Alla voce obiettivi si legge: “Invita tutti gli attori a lavorare insieme per consentire l'aumento dei finanziamenti per l'azione per il clima ai Paesi in via di sviluppo da tutte le fonti pubbliche e private ad almeno 1,3 trilioni di dollari all'anno entro il 2035”. (la Repubblica)
Le migliaia di miliardi – o “trillions”, in inglese – sono scritti nero su bianco. Al posto delle cifre, però, la bozza del testo finale della 29esima Conferenza Onu sul clima (Cop29), arrivata all’alba, è disseminata di “X”. (Avvenire)
La presidenza della Cop29 ha spinto per un nuovo obiettivo di finanziamento del clima che tenga conto delle esigenze e delle priorità dei Paesi in via di sviluppo. Dopo una consultazione che si è protratta fino alle prime ore di questa mattina, sono stati fatti diversi aggiustamenti al testo per giungere a un consenso sulle poche opzioni rimaste. (QuiFinanza)