Pagina 2 | "Yildiz? Divento matto! Tudor, magari con Chiellini. Quella camicia Hawaiana..."
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Stefano Okaka, sei anni fa Tudor - sulla falsa riga di quanto sta accadendo ora alla Juventus - sbarcò nella sua Udinese a marzo, guidandovi verso una salvezza miracolosa. Mi racconta un po’ come ci è riuscito? "Quando è arrivato a Udine ha passato i primi 10 giorni a osservarci singolarmente in allenamento, soprattutto a livello di approccio: voleva capire chi avesse più carattere, più voglia, chi avrebbe fatto di tutto per centrare la salvezza. (Tuttosport)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Dopo i primi giorni di lavoro alla Continassa, il nuovo allenatore della Juventus Igor Tudor si presenta ai microfoni in conferenza stampa, anche in vista del primo impegno ufficiale che lo vedrà impegnato sulla panchina bianconera - la partita contro il Genoa di sabato 29 marzo alle ore 18, in programma all’Allianz Stadium di Torino. (Juventus Football Club)
Se c'è una parola che in questa stagione ha assunto le note di una cantilena dai tratti sempre più frustranti, senza dubbio è "ripartire". Quante volte la Juventus si è trovata nella situazione di doversi rimboccare le maniche e raccogliere i pezzi di una prestazione deludente?La risposta è ormai nota. (ilBianconero)
Igor Tudor ha concentrato la sua prima seduta di allenamento sulla componente mentale, puntando a rilanciare la squadra in vista del ritorno in Serie A contro il Genoa. Il tecnico croato ha esortato i giocatori a ritrovare l'orgoglio per dimostrare il loro valore, con l'obiettivo di conquistare la qualificazione alla Champions League. (Diretta)
"Siamo la Juventus". E' iniziato più o meno così, il discorso di Igor Tudor, e con tre parole ha provato a far capire tutto quello che bisognava far capire. Cioè che la Juve è veramente un'altra roba, che questa battuta d'arresto deve essere appunto questo: una battuta d'arresto e nulla di più. (ilBianconero)
Non c’è più tempo da perdere, non c’è più tempo per perdere. Ci sono stati tanti, troppi segnali di allarme: le eliminazioni dalle Coppa e i due pesanti ko in campionato non potevano essere scambiati per incidenti di percorso. (La Gazzetta dello Sport)
Il croato non è un integralista, tutt’altro: si adatta alle esigenze in base alle caratteristiche dei calciatori, però pretende pressing alto e intensità. La difesa a 3 resta un caposaldo, così come la semplicità nelle scelte: ognuno al suo posto, senza cambi vorticosi né esperimenti continui. (Tuttosport)