Von der Leyen e la “maggioranza groviera”, perché ora governare è difficile: tra veti incrociati la navigazione è a vista
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STRASBURGO “Divide et impera”. Dopo aver plasmato l’organizzazione della squadra dei 26 commissari a sua immagine e somiglianza, accentrando e accentuando il suo potere, Ursula von der Leyen ha provato a spaccare pure i partiti e rimaneggiare le alleanze a piacimento, convinta di poter dimostrare di avere - nonostante le fibrillazioni - un certo controllo anche sulle dinamiche parlamentari. Pallottoliere alla mano, però, l’azzardo è riuscito fino a un certo punto: con appena 370 voti (la soglia più bassa di sempre), la riconfermata presidente della Commissione è la prima a perdere consensi nell’appuntamento con lo scrutinio palese, anziché guadagnarne rispetto ai 401 di luglio. (ilmessaggero.it)
Su altri media
Ha sbrigato la pratica il più in fretta possibile, come se si trovasse davanti a un funzionario dell’Agenzia delle entrate. Un fascio di nervi ieri Ursula von der Leyen, alla presentazione della nuova Commissione europea, l’Ursula II. (La Stampa)
Ursula von der Leyen inizia la navigazione della sua seconda Commissione in acque perigliose. Rese tali dalla gestione complessa di un meccanismo che - è bene ricordarlo - è ben diverso dalle dinamiche dei governi nazionali. (Avvenire)
Riconferma amara per Ursula von der Leyen che fa il bis alla guida della Commissione europea con una maggioranza decisamente risicata: i sì, espressi in forma palese, sono stati 370 (appena 9 sopra la soglia della maggioranza degli aventi diritto), i contrari 282, le astensioni 36 per passare oggi bastava la maggioranza semplice dei votanti ma von der Leyen ha raccolto ben 31 voti in meno dei 401 incassati a luglio, quando il Parlamento, a scrutinio segreto, le aveva affidato il mandato. (Teleborsa)
"Dieci voti più del margine, 30 in meno di quelli che Ursula singola candidata prese a luglio scorso. Già erano sbagliate le tesi di chi diceva dopo l'elezione di Trump 'adesso ci vuole l'anti-Trump!'. (Liberoquotidiano.it)
Anche se i dem saranno i probabilissimi alleati del M5S a trazione contiana. “Con il nostro no a questo mega-inciucio sulla commissione Von der Leyen, noi Cinque Stelle abbiamo dimostrato cosa significa essere progressisti indipendenti, anzi popolari, nel senso della vicinanza alla gente”, sostiene il … (Il Fatto Quotidiano)
Perché allora, prima dell’indicazione dei singoli commissari da parte degli stati, la piattaforma pro-Ue aveva avuto il consenso di Ppe, S&D, Renew con l’aggiunta dei Verdi. Sono solo 370 i voti che promuovono la Commissione von der Leyen II. (il manifesto)