Aviaria, Bassetti: «È un virus nuovo, va aggiornato il piano pandemico». Le paure degli esperti su A/H5N1

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leggo.it SALUTE

Il virus dell'influenza aviaria A/H5N1 – diffuso negli ultimi mesi negli Stati Uniti – non pare abbia acquisito, almeno per il momento, la capacità di trasmettersi nell'uomo. Le infezioni umane registrate sono eventi isolati derivanti dall'esposizione diretta o ambientale ad animali infetti. Tuttavia, un recente studio italiano – condotto da ricercatori dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Università di Sassari coordinati da Massimo Ciccozzi – sottolinea che non bisogna dimenticare che «ogni evento di spillover, anche quando isolato, rappresenta un potenziale passo verso l'adattamento e una trasmissione più ampia». (leggo.it)

La notizia riportata su altri giornali

I test hanno ora confermato che la forma di virus che ha infettato il paziente è di tipo D1.1, che circola negli uccelli ed era stata responsabile dei recenti casi umani in Canada e nello Stato di Washington (Il Fatto Quotidiano)

Lo hanno rivelato i Centers for Disease Control and Prevention americani. Aviaria, cresce l'attenzione negli Stati Uniti. (leggo.it)

A lanciare un nuovo allarme per il mondo animale è un team di veterinari statunitensi, i quali hanno dovuto attestare che la morte di 20 grandi felini all’interno di un rifugio è proprio da attribuirsi a questa patologia. (Libero Tecnologia)

Mutazioni dell’influenza aviaria: rischi e implicazioni

Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, commenta così gli ultimi dati che provengono dagli Usa sul virus dell'influenza aviaria H5N1. “Mi pare che abbia preso veramente il campo. (La Repubblica)

Recentemente i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, i Cdc, hanno, infatti, svelato che in Louisiana è stato rilevato il «primo caso di malattia grave collegata al virus A/H5N1» nell'uomo. (ilmattino.it)

La diffusione dell’influenza aviaria negli Stati Uniti ha destato preoccupazione tra gli esperti non solo per i casi umani che causano gravi malattie, ma anche per le nuove istanze di infezioni riscontrate nei gatti. (Scienzenotizie.it)