Cecilia Sala prelevata in hotel dopo l’arresto in Italia di un iraniano trafficante d’armi
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C’è una coincidenza temporale che preoccupa molto chi si sta occupando della liberazione di Cecilia Sala. Tre giorni prima dell’arresto giornalista, il 16 dicembre (la notizia fu poi resa nota il 18) è stato arrestato all’aeroporto di Malpensa un iraniano di 38 anni. Arrivava da Istanbul e su di lui pendeva un mandato di cattura degli Stati Uniti: si chiama Mohammad Abedini Najafabadi e non è, pe… (la Repubblica)
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Le autorità iraniane hanno arrestato la reporter italiana Cecilia Sala. Il 16 dicembre scorso, infatti, un cittadino iraniano è stato arrestato a Malpensa, con l'accusa di aver contrabbandato tecnologia statunitense usata poi per uccidere dei soldati americani in Giordania (il Giornale)
Fermato di passaggio all'aeroporto di Milano-Malpensa il 16 dicembre, proveniente da Istanbul e diretto in Svizzera, Mohammad Abedini-Najafabadi è stato bloccato su ordine della giustizia americana. Sull'arresto di Cecilia Sala si fanno sempre più fitte le nuvole di incognite, a partire dalle accuse a suo carico. (il Giornale)
Cecilia Sala ha già parlato due volte con i genitori, ieri ha ricevuto una visita consolare da parte della nostra ambasciatrice in Iran per circa mezz'ora. Stiamo lavorando in collaborazione con la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri, la nostra ambasciata a Teheran, il nostro consolato a Teheran. (Sky Tg24 )
Le accuse, al momento, sono ancora ignote e solo ieri l’ambasciatrice italiana Paola Amadei è riuscita a incontrarla nel famigerato carcere di Evin, dove vengono messi i nemici politici del regime e dove lei si trova in cella d’isolamento. (il manifesto)
“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana”. (LAPRESSE)
Costruito nel 1972 durante il regime dello Shah Mohammad Reza Pahlavi, fu concepito inizialmente come struttura per la detenzione di prigionieri politici. Il carcere di Evin, dove si trova in cella di isolamento la giornalista Cecilia Sala, è uno dei simboli più noti della repressione politica in Iran. (la Repubblica)