I cercapersone «comprati da poco», l'ombra del Mossad, le esplosioni simultanee: cosa sappiamo dell'attacco a Hezbollah

I cercapersone «comprati da poco», l'ombra del Mossad, le esplosioni simultanee: cosa sappiamo dell'attacco a Hezbollah
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Corriere della Sera ESTERI

L’Hezbollah sapeva di avere un problema, con la sua rete di sicurezza compromessa dall’infiltrazione israeliana. Ma non immaginava che fosse arrivata fino a questo punto: centinaia di militanti feriti dall’esplosione dei loro beeper innescata da remoto, colpito anche l’ambasciatore iraniano a dimostrazione di come tutti si fidassero dei cercapersone consegnati di recente. Le ultime notizie sulla guerra nel Medio Oriente, in direttaNell’ultimi mesi Israele ha condotto una campagna sistematica di eliminazione di ufficiali della milizia sciita (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Era la raccomandazione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah diffuso soprattutto agli affiliati nel sud del Libano e la Siria. «Spegnilo, seppelliscilo, mettilo in una cassa di ferro e lo a chiave», aveva detto a febbraio. (ilmessaggero.it)

“Era una situazione in cui si rischiava di perdere le capacità non utilizzate”, ha dichiarato un funzionario statunitense illustrando le ragioni che hanno spinto Israele a compiere l’attacco ieri. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Lo ha detto il fondatore dell'azienda taiwanese Hsu Ching-Kuang, secondo cui i dispositivi incriminati erano stati realizzati da un'azienda in Europa che aveva però il diritto di usare il marchio di Gold Apollo. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Così migliaia di cercapersone sono esplosi simultaneamente: la tecnica di un attacco senza precedenti

Israele mette a segno un blitz spettacolare e rivoluzionario. Le esplosioni sarebbero state causate da un attacco hacker che ha innescato micro-bombe dentro i «pager» dei combattenti di Dio. (il Giornale)

Eppure. Chi ha attivato le esplosioni in migliaia di pager, sapeva che i cercapersone avrebbero trovato i loro bersagli. (Corriere della Sera)

Secondo una ricostruzione del New York Times, che cita "funzionari americani e di altre organizzazioni informati sull'operazione", accanto alla batteria di ogni cercapersone sarebbe stata piazzata una piccola carica di esplosivo, di appena "una o due once" (30-60 grammi), e poi inserito un interruttore per causare le esplosioni a distanza. (Today.it)