L’antisemitismo tra ideologia e censura
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Il 27 settembre al palazzo di vetro di New York Beniamin Netanyahu accusava le Nazioni unite, dal cui podio stava parlando all’assemblea, di essere «una palude antisemita». È forse l’esempio più illuminante e diretto del ricorso dissennato e strumentale a questo epiteto per diffamare qualunque presa di posizione critica nei confronti della politica israeliana in Medio oriente e di condanna delle modalità di conduzione della guerra contro Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altre testate
Confondono la tirannia terroristica con la resistenza, ignorano il giubilo del popolo iraniano che si è ritrovato i miliziani di Hezbollah in casa, a sparargli addosso durante le proteste a mani nude per il diritto a indossare, leggere, dire quel che si ritiene e non quello che ritengono gli ayatollah, e per quella parolona repellente ai tipi alla Hezbollah: democrazia. (L'HuffPost)
Una frase scandita con fastidio: «Enough is enough» (a voler dire che il troppo è troppo...). Benjamin Netanyahu al telefono che dà il via libera all’operazione “New Order”. (ilmessaggero.it)
L’obbrobrio globale di Netanyahu e del suo governo è dovuto alla violenza depravata di Israele contro i suoi vicini arabi. Quando il premier israeliano Netanyahu è salito sul podio all’Assemblea generale Onu la scorsa settimana, decine di governi hanno abbandonatol’aula. (Il Fatto Quotidiano)
Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah è sotto le macerie dei sei palazzi bombardati da Israele a Beirut. Bombardamenti continui sul Libano, movimenti di truppe, la guerra totale forse è già iniziata, il mondo tace attonito. (il manifesto)
Per quanto suoni orribile dirlo, alla luce delle stragi e dei massacri a cui stiamo assistendo ormai da un anno (il 7 ottobre, giorno in cui nel 2023 Hamas uccise 1.200 israeliani, quasi tutti civili, e prese 250 ostaggi è ormai prossimo), Benjamin Netanyahu detto Bibi, il primo leader israeliano a essere nato in Israele, il premier che già il 20 luglio 2019 ha battuto il record di 13 anni e 127 giorni di permanenza nella carica fino ad allora detenuto da David Ben Gurion (4876 giorni) sta vincendo la sua battaglia. (Inside Over)
Politicamente morto dopo il disastro del 7 ottobre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è risorto nell’unico modo possibile: uccidendo i nemici di Israele dopo averli inseguiti ovunque, anche dove i suoi alleati americani ed europei gli intimavano di non farlo. (Liberoquotidiano.it)