Kamala Harris, 'pronta al dibattito con Donald Trump'

Kamala Harris è "pronta" a un dibattito con Donald Trump. Lo ha detto la stessa vicepresidente, accusando il rivale di "fare marcia indietro" dopo aver messo in dubbio il precedente accordo sui dibattiti. Con Joe Biden la campagna di Trump si è accordata per un faccia a faccia su Abc il 10 settembre, ma ora l'ex presidente ha chiesto che il dibattito sia spostato su Fox. . (La Gazzetta del Mezzogiorno)

La notizia riportata su altri giornali

Harris conduce con un margine ancora più ampio di quattro punti (42%-38%) in un ipotetico confronto con Trump quando Robert F. Aspetti principali (Forbes Italia)

L'ex presidente telefona alla candidata dem: "Siamo orgogliosi di te" (LAPRESSE)

Dopo il ritiro del Presidente Joe Biden, che ha annunciato domenica che non correrà per la rielezione, i riflettori della politica americana sono puntati sulla vicepresidente Kamala Harris. Biden, infatti, ha dichiarato che la sosterrà come candidata alla presidenza al suo posto, e quasi tutto il Partito Democratico l’ha accettata, rendendo scontata la sua nomina ufficiale: questa probabilmente avverrà all’inizio del mese di agosto, almeno una settimana prima della Convention del Partito Democratico, che si terrà a Chicago. (Valigia Blu)

"All'inizio di questa settimana, Michelle e io abbiamo chiamato la nostra amica Kamala Harris. Le abbiamo detto che pensiamo che sarà una fantastica presidente degli Stati Uniti e che ha il nostro pieno supporto. (Il Sole 24 ORE)

Una clip di 55 secondi condivisa venerdì dallo staff di Harris mostra la vicepresidente che cammina nel backstage di un evento, si dirige verso il suo corteo e risponde alla telefonata in viva voce. Barack Obama ha dichiarato pubblicamente il suo sostegno alle presidenziali di novembre. (ilmessaggero.it)

Ora che il primo miracolato del ticket presidenziale del 2020 si è finalmente ritirato dalla corsa presidenziale passando in un istante da egoista indifferente alle sorti della nazione a salvatore della democrazia, si potrebbe aprire la bagarre per la nomina presidenziale della seconda miracolata del 2020. (Jacobin Italia)