Volevo essere Lucio Corsi
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Nei giorni di Sanremo dicemmo subito che Lucio Corsi era una delle cose più belle che potessero capitare al Festival . Adesso che è uscito Volevo essere un duro , l’album che prende il titolo dalla canzone con cui il cantautore maremmano è arrivato secondo alla kermesse canzonettara, possiamo tranquillamente dire che Lucio Corsi è una delle cose più belle che potessero capitare alla musica italiana, in questo particolare momento storico. (Il Sole 24 ORE)
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Qual è il segreto di Lucio Corsi? Le sue canzoni sono brevi e melodiche, apparentemente semplici e senza scosse. Volevo essere un duro è un disco carezzevole, senza strappi , tolto forse lo il rock’n’roll molto su di giri di Let There Be Rocko, dove il fantasma di Ivan Graziani va in giro sorridendo, compiaciuto. (la Repubblica)
Quattro gli album allo storico di questo ragazzo di trent’anni, maremmano, che a Sanremo è sbucato fuori sorprendendo il grande pubblico che non lo conosceva. Anche dopo il successo di quest’ultimo mese, resta con i «piedi per terra e concentrato sulla musica». (leggo.it)
La verità, probabilmente, è che prima non sembrava abbastanza “cool” o meritevole di una considerazione più mainstream. Ma la verità è che lui è sempre stato lì, non è cambiato. (MOW)
È il personaggio più forte e sorprendente usciti dall'ultimo festival di Sanremo, forse il vincitore morale, a dispetto del secondo posto in classifica, alle spalle di Olly: il quale, rinunciando a rappresentare l'Italia all'Eurovision, ha spalancato le porte a Lucio Corsi e alla sua «Voglio essere un duro», la canzone-simbolo di questo periodo, che dà il titolo anche al nuovo album pubblicato oggi da Sugar, del cantautore toscano, classe 1993. (ilmattino.it)
GROSSETO – Si intitola “Volevo essere un duro“, come la canzone che ha conquistato il pubblico di Sanremo. Il nuovo album di Lucio Corsi è uscito a mezzanotte sulle piattaforme streaming e in formato fisico. (IlGiunco.net)
Il menestrello di Vetulonia è riuscito nell’impresa di portare nello standardizzato e omologante immaginario italiano un mondo fiabesco, onirico, per questo profondamente necessario. Ne sono testimonianza il secondo posto a Sanremo, il contestuale premio della critica Mia Martini e l’approdo all’Eurovision dopo la rinuncia del vincitore e amico Olly. (Corriere Fiorentino)