Open Arms: ministro Valditara tra il pubblico al bunker
Articolo Precedente
Articolo Successivo
C'è anche il ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, tra il pubblico nella saletta dell'aula bunker del carcere Pagliarelli dove a breve comincerà l'udienza del processo Open Arms, con Matteo Salvini imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per avere impedito lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa e per il quale il pm ha chiesto la condanna a 6 anni. "Sono qui perché sono amico di Matteo Salvini per dargli la mia vicinanza e la mia solidarietà in questo momento", dice Valditara all'ANSA. (Tiscali Notizie)
Se ne è parlato anche su altri media
L’udienza si apre alle 9:30 ma i giudici non entreranno subito in Camera di consiglio. I pm, che rappresentano l'accusa nel processo e che hanno chiesto per Salvini la condanna a sei anni di carcere, hanno chiesto di poter replicare dopo l'arringa difensiva ad opera dell'avvocata Giulia Bongiorno dello scorso 18 ottobre, legale di Salvini. (La Stampa)
Il 20 dicembre il tribunale di Palermo emetterà la sentenza. L’accusa riguarda il caso dell’agosto 2019, quando l’allora ministro dell’Interno, bloccò lo sbarco di 147 migranti per 19 giorni. (Virgilio Notizie)
La vicenda come tutti sanno risale all'epoca in cui il leader della Lega era ministro degli Interni, precisamente il 2019. Capitolo finale del processo Open Arms. (Il Giornale d'Italia)
«Domani mi aspetto l'assoluzione di Matteo Salvini. Non ha fatto altro che rispettare il mandato ricevuto dai cittadini che avevano premiato la Lega e quella che poi è diventata la coalizione di governo perché fermassero l'immigrazione clandestina. (ilmattino.it)
A Otto e Mezzo si discute di Matteo Salvini e del processo Open Arms e della sentenza che arriverà domani, venerdì 20 dicembre. Il vicepremier e ministro dei Trasporti rischia 6 anni. (Liberoquotidiano.it)
"Domani è la sentenza di primo grado, poi anche in caso di condanna c'è l'appello e c'è la Cassazione. ... Se mi condannano domani farò ricorso in appello e continuerò a fare con orgoglio il mio lavoro. (il Giornale)