Razzo israeliano sfiora soldati italiani in Libano: lo scoppio, i vetri rotti, la base danneggiata. Cosa è successo

Razzo israeliano sfiora soldati italiani in Libano: lo scoppio, i vetri rotti, la base danneggiata. Cosa è successo
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ilmessaggero.it ESTERI

Lo scoppio, l’onda d’urto. Vetri in frantumi, schegge intorno. È una guerra che tocca da vicino anche l’Italia, quella che infuria tra Israele ed Hezbollah. Letteralmente. Lunedì, nove di sera (otto italiane). Un rumore sordo fa scattare i nostri Caschi blu di stanza nella base Onu di Mansouri. Sono le donne e gli uomini di Italbatt, l’unità operativa che comanda la missione Unifil. Un missile israeliano atterra a circa cinquecento metri dall’entrata della base, volano schegge. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri media

Un'azione precisa e decisa che non ha lasciato scampo a Nasrallah a agli altri partecipanti al summit dei miliziani. (Corriere TV)

Nella notte tra il 28 e il 29 settembre, i caccia con la stella di Davide hanno colpito decine di obiettivi degli Hezbollah, tra cui lanciarazzi, edifici utilizzati dai terroristi libanesi e depositi di armi. (il Giornale)

Intanto Israele intensifica gli attacchi su Beirut: nella notte, per la prima volta è stato colpito il centro della città. Secondo quanto rivelato alla Nbc dal senatore dem Mark Kelly, Israele ha usato un'arma guidata di fabbricazione americana. (la Repubblica)

Israele - Hamas, le notizie di oggi in diretta | Primo attacco nel centro di Beirut, due morti. Safieddine scelto da Hezbollah come successore di Nasrallah

Secondo quanto riferiscono i media il Consiglio della Shura di Hezbollah ha indicato il nuovo leader del Partito di Dio (Adnkronos)

Sono le bunker buster bomb, gli ordigni utilizzati dall’esercito israeliano per eliminare il capo di Hezbollah, Hasan Nasrallah. Riescono a penetrare metri di cemento con un’onda d’urto che inghiotte tutto ciò che si trova nel loro raggio. (Il Fatto Quotidiano)

«La resistenza non si indebolisce con il martirio del suo leader, ma rimane saldamente radicata nei cuori e nelle menti, perché i grandi leader costruiscono nella loro vita la dottrina della lotta e se ne vanno lasciando dietro di sé un sistema intellettuale e un approccio pratico alla resistenza e all'onore. (Corriere della Sera)