Europa della difesa: il meglio è nemico del bene (di M. Nones, IAI)

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L'HuffPost ESTERI

(di Michele Nones, IAI) La competizione globale ha cambiato forma e tono, imbarbarendosi e dimenticando persino il linguaggio di ogni civile confronto. Gli impegni internazionali, presi dagli Stati e non dai Governi, sembrano essere considerati da molti governanti carta straccia e, nella nuova giungla globale, si torna a far valere la legge del più forte. Le nuove potenze mondiali e regionali crescono velocemente e pesano sempre più nello scenario internazionale. (L'HuffPost)

Su altre testate

Il piano dell'Unione Europea ReArm Europe, che si prefigge di rinforzare la difesa dei Paesi dell'Ue e non di stabilire un esercito europeo, rappresenta un primo passo verso la razionalizzazione dei programmi per gli armamenti del Vecchio Continente. (Inside Over)

A questa dobbiamo aggiungere una autonoma difesa europea e in un futuro prossimo un esercito e infrastrutture integrate per ricostruire una deterrenza monca e continuare nel sostegno umanitario e militare all’Ucraina per dissuadere Putin da altri attacchi e aprire a una negoziazione credibile. (GLI STATI GENERALI)

Non sono un esperto di relazioni internazionali, né di questioni militari. Né di geo-politica. (ilmattino.it)

Sì, perché davanti ad uno scenario geopolitico sempre più complesso, che rende l’Europa sempre più precaria, la vicenda di Davide e Golia potrebbe ricordare che non si affronta un gigante con le sue stesse armi. (LaC news24)

La Nato Il generale francese Charles de Gaulle riteneva che le alleanze internazionali fossero contingenti per definizione e che la garanzia della difesa di un alleato forte e potente non valesse per sempre. (Nicola Porro)

Leggo analisi, ascolto esperti, osservo il mondo muoversi su traiettorie sempre più instabili, eppure non riesco a capire cosa sia giusto per noi europei. Il dilemma davanti alla guerra scatenata da Putin (Livesicilia.it)