Analisi. Ancora «rossi» contro «neri». Se la politica gioca col fuoco della storia
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Andiamo subito al punto: una politica responsabile non può permettersi di ricorrere a espressioni che contribuiscono a fomentare gli animi, specialmente in un contesto sociale, economico e internazionale come quello attuale, infiammato da enormi disuguaglianze, gravi crisi, guerre, sconvolgimento climatico. Ma è proprio ciò che sta accadendo. Negli ultimi giorni, abbiamo ascoltato Maurizio Landini, il segretario generale del maggiore sindacato, incitare alla «rivolta sociale», un ministro della Repubblica, Matteo Salvini, definire «comunisti» i magistrati che hanno preso legittime decisioni non gradite al governo e parlare di «zecche rosse» a proposito di partecipanti a una manifestazione, il sindaco di Bologna Matteo Lepore accusare il governo di avere «mandato 300 camicie nere in città». (Avvenire)
Su altri giornali
Matteo Lepore finisce dialetticamente sempre più nell'angolo. (il Giornale)
Ma il prefetto smentisce tutto. Il sindaco dem Matteo Lepore non ha avuto il minimo dubbio: non è stato lui a dare il via libera alla manifestazione di 9 novembre della Rete dei Patrioti. (Liberoquotidiano.it)
BOLOGNA — Elly Schlein arriva a Bologna per difendere le piazze antifasciste della città dalla marcia nera di Casapound e dei Patrioti. (La Repubblica)
«Io di faccia ne ho una sola, guardo ai cittadini bolognesi e chiedo rispetto per la mia città oltraggiata sabato da un corteo di 300 camicie nere. La premier Giorgia Meloni non confonda la collaborazione con l’obbedienza, non possono esserci scambi su questo» . (Open)
Nei giorni scorsi Bologna, oltre che per l’assalto delle frange violente dei centri sociali alla polizia, impegnata a difendere il corteo dei trecento militanti di CasaPound contro il degrado pubblico, ha meritato gli onori delle cronache per un’altra notizia. (Liberoquotidiano.it)
Quando una persona ricopre la carica di presidente del Consiglio dovrebbe avere una certa misura, nei contenuti e nei dettagli. «Giorgia Meloni si è rivolta ai cittadini di Bologna come per sgridare bambini che sono stati cattivi: adesso gli aiuti non ve li do più. (La Repubblica)