Scontri al Corvetto, il mea culpa di Sala

Scontri al Corvetto, il mea culpa di Sala
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il Giornale INTERNO

«Se mancano progetti di aggregazione nei quartieri popolari per questi ragazzi di seconda o terza generazione di immigrati che magari finiscono per sentirsi un po' isolati? Si mancano, non c'è dubbio e questa è una nostra responsabilità, una responsabilità dell'Amministrazione comunale. È vero che al Corvetto c'è tanto terzo settore, ma ad esempio anche nella zona popolare di San Siro abbiamo meno luoghi di una volta per cercare di integrare e di convincere questi ragazzi che possono essere delusi dalle aspettative che avevano qui in Italia». (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri media

«Che Corvetto in sé sia un quartiere delicato ne siamo consapevoli, ma ci stiamo lavorando attraverso tante associazioni. È un quartiere più difficile di altri, senza buttare nessuna croce addosso al Corvetto ma tutte le situazioni vanno affrontate, a slogan non si va da nessuna parte. (Corriere TV)

Leggi tutta la notizia 'I fatti di Corvetto non vanno assolutamente sottovalutati. (Virgilio)

Dopo gli incidenti di questi giorni, tra le difficoltà di un contesto carico di disagio emergono anche presìdi come i doposcuola, che promuovono l’inclusione contrastando la dispersione scolastica. L’impegno della parrocchia e delle associazioni (Diocesi di MIlano)

Milano divisa dopo le proteste. Il sindaco Sala: “Restiamo accoglienti”

«Le periferie oggi sono disperate, i giovani che ci abitano, di qualunque etnia siano, peggio ancora. Ovvio che vedano le istituzioni solo come qualcosa contro cui si deve combattere». (La Repubblica)

Sempre. È guerriglia urbana. (Nicola Porro)

I disordini di strada al Corvetto dopo la morte di Ramy Elgaml, 19 anni, egiziano cresciuto a Milano, caduto in scooter mentre fuggiva dai carabinieri con un amico alla guida, danno la sponda al segretario della Lega Matteo Salvini per definire «emergenza nazionale le baby gang di seconda generazione non integrate». (La Repubblica)