“Adesso ascoltate le femministe”. La marea fucsia di Non una di meno e Lucha y Siesta a Montecitorio

“Adesso ascoltate le femministe”. La marea fucsia di Non una di meno e Lucha y Siesta a Montecitorio
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Repubblica Roma INTERNO

L’appuntamento è alle 17.30 a piazza Montecitorio. Ed ha un obiettivo preciso: le femministe prendono parola sotto la Camera dei deputati per far arrivare a chi legifera, governo compreso, la loro voce di dissenso, protesta e consapevolezza. "Le passerelle istituzionali del 25 novembre ti hanno stancato? Le panchine rosse ti sembrano una presa in giro? Hai l’impressione che il patriarcato se la passi benissimo?”, chiedono ironiche le attiviste della Casa delle Donne Lucha y Siesta e di Non una di meno. (Repubblica Roma)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il direttore generale dell’Asp Giuseppe Ranieri Trimarchi ha dichiarato: «è fondamentale che, come istituzione, ci impegniamo ogni giorno a combattere la violenza di genere e a promuovere l’uguaglianza. (Normanno.com)

Lo striscione che apre la manifestazione recita “Disarmiamo il patriarcato”, mentre su un altro appeso al lato di uno dei due tir presenti nel corteo “La vergogna deve cambiare lato”. È partito da piazzale Ostiense il corteo di “Non una di meno” promosso in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. (Il Sole 24 ORE)

Un centinaio di manifestanti si sono radunate di fronte alla Camera dei Deputati: "Il patriarcato ha il volto di questo Governo". (Tiscali Notizie)

"Sono Giulia, Sara...se toccano una rispondiamo tutte", la Cancion sin medio della donne di Bologna

In piazza Oberdan canti e performance. Poi il corteo sfila lungo Corso Venezia verso il centro della città. In testa lo striscione "Disarmiano il patriarcato". Donne ma anche uomini e studenti. Migliaia i partecipanti alla manifestazione contro i femminicidi e le guerre indetta a Milano nella giornata mondiale contro la violenza di genere. (TGR Lombardia)

Una marea fucsia, potente e rumorosa, per dare voce a chi non ha voce, a quelle circa cento donne che dall’inizio dell’anno sono state uccise in quanto donne, molte delle quali per mano di quell’uomo che diceva di amarle. (Corriere della Sera)

di Caterina Giusberti (La Repubblica)