Draghi in Senato parla del futuro della Ue
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L’Unione Europea si trova oggi davanti a una serie di sfide cruciali per il proprio futuro economico e strategico, questo lo sa anche l’ex premier Mario Draghi. La necessità di un rilancio competitivo è ormai evidente, ma per farlo servono misure concrete e una visione a lungo termine. Da tempo, le istituzioni europee discutono delle aree su cui intervenire per garantire una crescita sostenibile e una maggiore indipendenza dagli altri attori globali. (Avanti Online)
Ne parlano anche altri media
Audizione in parlamento di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. Retrocedere su transizione? Accelerare semmai. Priorità taglio bollette ma affrancarsi dal gas. E l'Italia proceda su disaccoppiamento (Rinnovabili)
Lo dice Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Ue ed ex premier ed ex presidente Bce, presentando il suo rapporto al Senato nell'audizione informale davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue del Senato e della Camera. (Corriere della Sera)
A dare il segno del ritorno e dell’approccio di Mario Draghi, in quel Senato dove vide cadere il suo governo, è, alla fine di una attesa audizione davanti a un parterre delle grandi occasioni di ben tre commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama, sono le sue parole conclusive: "Sentite, io vedo che voi guardate l’orologio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ci ha ripensato, cioè, sul taglio dei salari e della spesa pubblica (“in quel momento credevamo avrebbe funzionato”), ma non sulla competitività, di cui pure si parlerà nel prossimo Consiglio Europeo del 20-21 marzo. (Radio Radio)
Tra l’altro, è la prima volta che torno in Parlamento dopo la fine del mio mandato da Presidente del Consiglio. Signori Presidenti,Onorevoli Senatori e Deputati, È un grande piacere avere l’occasione di approfondire con voi i contenuti del Rapporto sul Futuro della Competitività Europea. (Corriere della Sera)
Per l'ex premier è il momento di ripensare del tutto il sistema di sicurezza europea, che adesso è minacciata e “messa in dubbio” da Donald Trump. Inevitabile, dice, dotarsi quindi di una difesa comune e pensare a un sistema di approvvigionamento che superi l’attuale frazionamento nazionale "deleterio", troppo dipendente da Washington. (Sky Tg24 )