VIDEO Nord Macedonia, incendio in discoteca: le fiamme e i soccorsi
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Strage in una discoteca di Kocani, in Macedonia del Nord. Almeno 51 persone sono morte in un incendio scoppiato nelle prime ore di domenica in un locale notturno. Almeno altre 100 persone sono rimaste ferite, ha dichiarato il ministro dell’Interno Panche Toshkovski in una conferenza stampa. Il rogo, secondo fonti ufficiali, è scoppiato intorno alle 2:35 del mattino durante un concerto di un gruppo pop locale. (LAPRESSE)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Lo si legge in un telegramma a firma del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, indirizzato al vescovo di Skopje, monsignor Kiro Stojanov. (osservatoreromano.va)
Dopo la tragedia più grave nella memoria recente della Macedonia del Nord, in cui almeno 59 persone hanno perso la vita e altre 155 sono rimaste ferite, della discoteca Pulse a Kocani, colpita sabato notte da un terribile incendio, restano solo le macerie: le fiamme, probabilmente scatenate da fuochi pirotecnici scintillanti sul palco, hanno provocato il parziale crollo del tetto dell’edificio, lasciando esposti i resti carbonizzati delle travi in legno e detriti. (LAPRESSE)
Cinque sono stati ricoverati nell'ospedale di Sofia 'Pirogov', dei quali tre sono in condizioni assai gravi e sono sottoposti a ventilazione controllata. Gli altri tre sono stati trasportati nell'ospedale di Varna, città portuale sul Mar Nero. (Corriere del Ticino)
“Voglio assicurare che questo caso sarà risolto con una risposta precisa, con nomi e cognomi, al momento però la cosa più importante è stabilire tutti i fatti e le prove necessarie per l’indagine”, ha aggiunto. (LAPRESSE)
Sono le tre del mattino. Il Pulse, capannone-discoteca alla periferia di Kocani, nella Macedonia del Nord, è stracolmo, forse sono addirittura in 1500 quando i biglietti venduti non arrivano a 250. (ilmessaggero.it)
Diversi genitori delle vittime dell'incendio in una discoteca della Macedonia settentrionale si sono radunati davanti a un ospedale di Kocani impedendo ai medici legali di portare via i corpi dei loro figli. (Il Sole 24 ORE)