Ladro investito e ucciso, quello che non torna nella versione di Cinzia Dal Pino. Il gip: “Omicidio. Potrebbe rifarlo”

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“Potrebbe rifarlo”. C’è anche questa motivazione alla base del provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Lucca che – pur non convalidando il fermo – ha emesso una ordinanza di custodia cautelare per Cinzia Dal Pino, la donna di Viareggio accusata di avere investito e ucciso volontariamente con il suo Suv un algerino di 47 anni, Said Malkoun, che domenica sera le aveva rubato la borsa alla Darsena (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

Un uomo che cammina lungo il marciapiede, con una borsa sulla spalla. Questo si vede nelle immagini immortalate domenica notte da una telecamera di videosorveglianza lungo via Coppino a Viareggio, poi rilanciate dall’emittente 50 Canale. (Corriere della Sera)

“Sono rischi del mestiere, capita di incrociare qualcuno che reagisce. Non sentiremo la sua mancanza”, ha scritto Tasso sotto alla notizia condivisa sulla pagina Facebook del Secolo XIX. (Genova24.it)

Le donne sono intervenute in una lunga intervista all'emittente marocchina "Chouf tv", trasmessa in diretta da Casablanca, di cui è originaria la famiglia del 47enne. (Today.it)

Rapinatore ucciso, balneare ai domiciliari. “Ho provato a fermarlo, non volevo ucciderlo”

VIAREGGIO (Ansa) – Fermo non convalidato e arresti domiciliari con il braccialetto elettronico per Cinzia Dal Pino, la 65enne imprenditrice viareggina arrestata con l’accusa di omicidio volontario del 47enne Said Malkoun, investito più volte in auto domenica sera a Viareggio. (Report Pistoia)

Said Malkoun, 47 anni, sarebbe stato uno dei tanti parcheggiatori abusivi che girano intorno alla zona della darsena di Viareggio. VIAREGGIO – Era in Italia da ormai vent’anni, cioè dal 2004, l’uomo travolto e ucciso dal suv guidato da Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare di Viareggio che, secondo i risultati delle indagini, voleva riprendersi la borsa che lui le aveva appena rapinato. (La Repubblica Firenze.it)

Spiegando il perchè di quel folle gesto consumato dopo una cena in spensieratezza trascorsa con sei amici in un ristorante della Darsena. E il pensiero è andato ai documenti e alle chiavi di casa custoditi nella borsetta”. (LA NAZIONE)