Attilio Franzini, chi era l'operaio 47enne investito da un treno. «Stava riprendendo in mano la sua vita»

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Corriere della Sera INTERNO

«Un dolore indicibile». Sono le poche parole, di sofferenza, che la famiglia di Attilio Franzini ha affidato al proprio avvocato, Giovanni Valerio, dopo l’ennesima tragedia sul lavoro. Ieri mattina, all’alba e ormai a fine turno, l’operaio di 47 anni originario di Formia della Salcef Group di Roma era a San Giorgio di Piano, in trasferta, per una lavorazione di manutenzione sulla linea ferroviaria Bologna-Venezia per conto di Rfi. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

È in ripresa la circolazione dei treni sulla linea Bologna-Venezia, tra Castelmaggiore e San Pietro in Casale, dopo che la morte di un operaio aveva portato alla sospensione della linea ferroviaria. Trenitalia ha fatto sapere che i convogli alta velocità e intercity sono stati instradati su percorsi alternativi e hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 60 minuti, ad eccezione di un intercity notturno – quello coinvolto nell’incidente – che ha viaggiato con 198 minuti di ritardo. (Open)

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La dinamica dell’incidente, avvenuto intorno alle 4.30, è ancora al vaglio delle autorità competenti e sarebbero in corso verifiche anche da parte di Rfi. Lavorava per conto di una ditta appaltatrice esterna a Rfi (Tuscia Web)

Il primo e l’ultimo della catena

Ancora un operaio morto in un cantiere ferroviario e, ancora una volta, di mezzo c’è il sistema di appalti e subappalti che, anche nel recente passato, ha provocato grandi tragedie (oltre ad enormi disagi per i cittadini, come nel caso, recentissimo, dell’ormai celebre chiodo che, danneggiando una centralina, avrebbe mandato in tilt la circolazione in tutta Italia). (Avvenire)

Leggi tutta la notizia Nuovi disagi sulle linee ferroviarie del Paese dopo il caos di mercoledì scorso 2 ottobre con ritardi che hanno toccato anche le quattro ore. (Virgilio)

È uso in questi casi puntare il dito sull’ultimo della catena, sull’esecutore che “ha piantato il chiodo”. Decisamente un approccio riduttivo. Questi casi richiedono di risalire a ritroso nei sistemi di gestione dei processi. (il manifesto)