Violenze. Lessico da anni 70 e gesto della P38. Ma la politica non è scontro continuo
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Troppo giovani per ricordare quegli anni terribili, non abbastanza giovani per essere giustificati. Tra i tanti gesti brutti e da condannare compiuti nei cortei di ieri per il cosiddetto “No Meloni day”, in particolare in quello di Torino, si è rivisto “quel” gesto: l’indice e il medio della mano uniti, il pollice aperto a simboleggiare una pistola, la Walther P38 appunto, arma prediletta dall’estremismo rosso negli anni 70 del secolo scorso. (Avvenire)
Se ne è parlato anche su altri media
Getting your Trinity Audio player ready... Studenti in piazza, a Torino quindici agenti in ospedale. Meloni: “Certa politica smetta di giustificare violenze” (Dire)
Insorge la premier, che parla di “inaccettabili scene” e si augura che “certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”. (Il Sole 24 ORE)
Ancora per mano di sedicenti “studenti”, trasformatisi in violenti che inneggiano alla Palestina e bruciano fantocci del ministro Giuseppe Valditara. Ancora agenti feriti. (Nicola Porro)
«Siamo al fianco delle studentesse e degli studenti che oggi scendono in piazza a difesa della dignità della scuola pubblica sotto attacco del governo Meloni. (Corriere Roma)
Esposte anche delle bandiere palestinesi al grido 'Free, free Palestine'. Poco prima, il corteo degli studenti si è scontrato contro le file della polizia di fronte alla Prefettura. (Corriere TV)
Gli studenti che manifestano a Torino hanno raggiunto il Museo del Cinema e sono entrati nella Mole Antonelliana esponendo al primo piano dell'edificio lo striscione 'Le scuole sanno da che parte stare, contro il governo e genocidio'. (ilmessaggero.it)