L'infermiera al fianco della speleologa: «Era stanca e chiedeva scusa. Teme il boom mediatico»

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È stata un'operazione complessa e corale quella che ha permesso di salvare e portare di nuovo a vedere la luce a Ottavia Piana, la speleologa di 32 anni rimasta ferita dopo un crollo mentre esplorava l'Abisso Bueno Fonteno. Sono state più di cento le persone e i volontari coinvolti in questa operazione, ciascuna delle quali ha fatto la sua parte e ora le loro testimonianze, a salvataggio riuscito, stanno rimbalzando su varie testate, anche nazionali, e sui social. (Prima Bergamo)
Se ne è parlato anche su altri media
Lo riferisce il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, come si legge sui loro profili social: “Alle ore 2:59 del 18 dicembre i nostri soccorritori hanno raggiunto l’uscita insieme alla barella con la speleologa infortunatasi in un’area esplorativa della grotta Abisso Bueno Fonteno nel pomeriggio di sabato scorso. (CremonaOggi)
È stata riportata in superficie Ottavia Piana, la speleologa di 32 anni rimasta intrappolata sabato in una grotta nel bergamasco. Lo riferisce il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, come si legge sui loro profili social. (ilgazzettino.it)
– C’era anche il Soccorso Alpino e Speleologico della Toscana alle operazioni di soccorso della speleologa rimasta prigioniera e ferita in una grotta in provincia di Bergamo. Ecco come il Sast Toscana spiega i loro compiti nelle operazioni, che si sono concluse positivamente con il recupero della speleologa, trasferita all’ospedale di Bergamo con alcune fratture ma in buone condizioni. (LA NAZIONE)

Noi dobbiamo rispettare dei protocolli per ridurli il più possibile”. “L'avventura per noi fa parte del gioco, ma non siamo quelli che cercano l'avventura, quelli che sanno sopravvivere ai grandi rischi. (La Nuova Sardegna)
Nel video, girato dall’agenzia video Local Team, l’emozione dei soccorritori appena usciti dalla grotta: “Lei è stata forte, ci ha dato la spinta. (Il Fatto Quotidiano)
«I nostri soci hanno un’assicurazione che copre i costi di soccorso in caso di infortunio». In molti negli ultimi giorni si sono chiesti sui social: chi paga l’intervento per il recupero di Ottavia Piana? «Non i cittadini» conferma a La Stampa il presidente della Società Speleologica Italiana Sergio Orsini. (La Stampa)