Il vescovo Trevisi: la Chiesa triestina vuole essere laboratorio di pace e dialogo

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Tiziana Campisi – Città del Vaticano Al termine della Messa celebrata a piazza Unità d'Italia, il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, ha ringraziato il Papa per la sua visita: “Attraverso di lei abbiamo gustato l’essere parte della grande famiglia di Dio, l’essere partecipi del grande disegno del Padre che ci vuole tutti fratelli e sorelle”. “Grazie, hvala”, ha aggiunto usando le due lingue più parlate nella diocesi, l’italiano e lo sloveno e sottolineando che la città di Trieste “si è costruita attraverso l’apporto di tante culture e di tanti popoli ma anche di tante sofferenze e violenze”, per questo oggi vuole “raccogliere la sfida di essere un laboratorio di pace e di dialogo anche per altre terre che ancora sono attraversate da tensioni e guerre”. (Vatican News - Italiano)

Su altre testate

Prima di rientrare a Roma, Papa Francesco ha benedetto la città di Trieste dall'alto dall'elicottero che l'ha riportato nella Capitale. 00:48 (Il Piccolo)

“La parola stessa democrazia non coincide semplicemente con il voto del popolo“, ha sottolineato il pontefice. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo”. (Il Fatto Quotidiano)

Con loro anche vescovi e pastori delle chiese serbo-ortodossa, greco-ortodossa e luterana. Presenti circa 8500 fedeli. (Vatican News - Italiano)

Da Borgo Egnazia a Trieste: il Papa e la Cei rilanciano la centralità della Chiesa nella politica italiana (di P. Schiavazzi)

GUARDA IL SERVIZIO VIDEO. Il suo è un appello a poter rivedere il marito ancora bloccato nella striscia. (Il Friuli)

A rivolgerlo al “popolo” dei 1200 delegati che hanno animato in questi giorni la città di Trieste, per la 50ª edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia, è stato Papa Francesco, che nell’omelia della messa in piazza dell’Unità d’Italia si è soffermato sul bisogno dello “scandalo della fede” radicata nel Dio che si è fatto uomo e perciò “una fede umana, inquieta, che diventa una spina nella carne di una società spesso anestetizzata e stordita dal consumismo”. (Diocesi di Cremona)

Agli occhi degli alti prelati, avvezzi per indole a cogliere i “segni dei tempi”, la incertezza del meteo triestino, che li ha indotti a inaugurare al coperto, anziché in piazza, la Cinquantesima Settimana Sociale, deve avere rivestito all’istante, insinuante, senso e significato di presagio divino. (L'HuffPost)