Scontri a Damasco, il rumore degli spari nella notte siriana
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Media siriani e panarabi riferiscono di scontri in corso a Damasco tra fazioni governative rivali mentre si addensano voci di un possibile golpe imminente ai vertici del regime siriano incarnato dal presidente Bashar al Assad. Le fonti riferiscono di scontri armati nel quartiere di Kafr Suse tra la Guardia Repubblicana e la quarta divisione, due reparti d'elite delle forze armate siriane. La quarta divisione è comandata dal fratello minore di Bashar, Maher al Assad, indicato come molto vicino all'Iran. (Corriere TV)
Su altri media
In fondo è una guerra, gli uomini si uccidono fra loro, i morti sono pesanti e difficili da trasportare. Le cose in Siria hanno lo stesso odore anche se passano gli anni. (La Stampa)
A riportare la notizia è la maggior parte dei media turchi, che pubblicano anche video di esplosioni e scontri nella capitale siriana che, affermano, sarebbero riconducibili all'ammutinamento di una parte dell'esercito. (Corriere TV)
Questo mentre i media governativi siriani riferivano delle dichiarazioni del presidente sulla Siria che «continua a difendere la propria stabilità e integrità territoriale contro tutti i terroristi e i loro sostenitori ed è capace, con l’aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli». (il manifesto)
L'Onu registra circa 15mila civili sfollati, ma è un numero destinato a crescere col passare delle ore. Mosca condanna l'offensiva dei miliziani filo-turchi, definendola una «minaccia alla sovranità della Siria». (ilmessaggero.it)
Gli insorti si stavano avvicinando alla città da giorni e avevano conquistato diverse città e villaggi lungo il percorso. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che i ribelli hanno fatto esplodere due autobombe alla periferia occidentale della città. (LAPRESSE)
L'offensiva jihadista filo-turca prosegue sulla città di Hama e su quella, ancora più a sud di Homs, nella Siria centrale e non lontano dal confine col Libano, mentre le forze governative e russe si ritirano dall'aeroporto militare di Hama. (la Repubblica)