Le sfide di Giulia Bongiorno: dal caso Andreotti alla maxi difesa di mezzo governo
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«Da giovane esultavo saltando, stavolta ho sentito il cuore che saltava», confessò Giulia Bongiorno il 20 dicembre scorso, uscendo dall’aula bunker di Palermo dopo l’assoluzione del ministro Matteo Salvini al processo Open Arms. E allora chissà l’emozione che l’aspetta, adesso che — appena 40 giorni dopo — non c’è un ministro solo da difendere, ma addirittura la senatrice e responsabile Giustizia della Lega sarà chiamata a rappresentare, per il caso Almasri, mezzo governo: la premier Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano (Corriere Roma)
Se ne è parlato anche su altre testate
Si fa vittima pubblica, «a chiunque nei miei panni — dice — cadrebbero un po’ le braccia». Roma — Trasforma l’avviso di indagine ricevuto per il caso Almasri in un «danno alla nazione e alle sue opportunità». (la Repubblica)
Daniele Capezzone apre così la sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di Libero. (Liberoquotidiano.it)
– Scontro totale all’interno, con un attacco frontale e fortissimo al procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, e in Europa, con accuse contro la Corte penale internazionale (e la Germania). Roma, 30 gen. (Agenzia askanews)
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«È gravemente inopportuno che la presidente della commissione Giustizia del Senato sia anche l’avvocato difensore della premier, del ministro della Giustizia, del ministro dell’Interno e del sottosegretario che ha la delega ai servizi». (la Repubblica)
E questo perché "c'era una denuncia nominale depositata dall'avvocato Luigi Li Gotti". No, replica il presidente del Consiglio, è stato "un atto voluto". (Liberoquotidiano.it)
1 Perché è stata aperta l’inchiesta?La Procura di Roma ha ricevuto una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti contro la premier, i ministri e il sottosegretario per favoreggiamento e peculato. Il caso Almasri ha provocato uno scontro istituzionale tra governo e magistrati dopo «l’avviso di avvenuta iscrizione» nel registro degli indagati notificato dalla Procura di Roma alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. (Corriere della Sera)