Le mutilazioni genitali femminili, di cui si parla soprattutto (e purtroppo) in occasione della giornata mondiale contro queste pratiche che ricorre il 6 febbraio, sono violazioni dei diritti umani, come si legge nella Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. In particolare, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità le…
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Si celebra oggi la giornata contro le mutilazioni genitali femminili, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica su una pratica che viola i diritti umani delle donne in tutto il mondo. Si stima venga subita da più di 230 milioni di ragazze e donne viventi oggi, eseguita in oltre trenta paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia su bambine e ragazze di età compresa tra l’infanzia e i 15 anni.
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"Avevo circa 15 anni e per un paio di settimane non avevo più visto una mia cugina. Un pomeriggio è venuta da me e mi ha detto che aveva subito un 'taglio'. In un primo momento non ho capito a cosa si riferisse". A parlare è Riham Ibrahim, 24enne di origine egiziana, è in Italia da quando aveva un anno, vive a Milano Sud e frequenta l'università, l'ultimo anno di chimica e tecnologie farmaceutiche.
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Ogni anno, più di 2 milioni di bambine nel mondo subiscono mutilazioni genitali femminili prima del loro quinto compleanno. Queste procedure comportano l'alterazione o il danneggiamento dei genitali di una donna per motivi non medici. Sebbene concentrata principalmente in 30 paesi dell'Africa e del Medio Oriente, la pratica delle mutilazioni genitali femminili, secondo l'Onu, è un problema universale.
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Tuttavia, la fragilità dei progressi compiuti è diventata evidente: in Gambia, ad esempio, persistono i tentativi di abrogare il divieto di mutilazione genitale femminile, anche dopo che una prima proposta in tal senso è stata respinta dal Parlamento lo scorso anno. Questi sforzi potrebbero minare gravemente i diritti, la salute e la dignità delle future generazioni di ragazze e donne, mettendo a repentaglio l'instancabile lavoro svolto…
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Tradizione, Tabù, Inconsapevolezza, Trauma e Sana Comunità. Sono questi i cinque importantissimi temi messi a fuoco da Amref Health Africa Italia e che saranno affrontati oggi, 6 febbraio 2025, durante l'evento dedicato alla prevenzione delle Mutilazioni genitali femminili presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. L'evento, in occasione della Giornata
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Con Mutilazioni genitali femminili (Mgf) si fa riferimento a tutti quei procedimenti che coinvolgono la rimozione, totale o parziale, degli organi genitali femminili esterni. Una pratica che affonda le proprie radici in una radicata disuguaglianza di genere, al punto che in alcune società rappresenta un prerequisito indispensabile per il matrimonio. Si stima che saranno circa 68 milioni le bambine e le ragazze in tutto il mondo che rischiano di subire questa…
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Quella delle MGF è una pratica brutale che colpisce ancora 200 milioni di donne nel mondo, 80 mila in Italia. Per contrastarle servono informazione e consapevolezza, racconta Stella Okungbowa, mediatrice culturale nigeriana che lavora con ActionAid. Ma oggi anche la chirurgia plastica rappresenta una possibilità, mettendo in campo tecniche ricostruttive e rigenerative, che permettono alle vittime di riappropriarsi del proprio corpo, spiega il professor Massimiliano…
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Donne | Oggi è la Giornata internazionale della tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni dei genitali femminili ed è l’occasione per ricordare che porre fine a questa barbarie è possibile. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni, il Senegal è uno degli stati al mondo con le maggiori percentuali di mutilazioni dei genitali …
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Un video molto toccante, che mostra fino a che punto le mutilazioni genitali femminili facciano parte di una tradizione data per scontata presso alcune comunità nel mondo. Ma anche quanto sia grande il potenziale di cambiamento: grazie ai giovani, che possono tramandare una nuova cultura a genitori e nonni.
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Quello delle mutilazioni genitali femminili (Mgf) "è un tema complesso. E' più di un taglio". Entrano in gioco "fattori culturali" molto radicati, "di appartenenza alla comunità, di condivisione del dolore tra donne. Alcune persone immerse e cresciute in questa cultura ti dicono: 'L'abbiamo sempre fatto, qual è il problema, perché non lo dovrei fare?'. Sono cose sbagliate? Sì. E' una cosa che non si dovrebbe fare? Sì.
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«Pensavo fosse la cosa giusta da fare», racconta Coumba, nonna senegalese, accanto a sua nipote Awa, «era quello che mi avevano insegnato, credevo di proteggere l’onore delle famiglie». Coumba è un’ex tagliatrice, vengono chiamate così le donne che praticano le mutilazioni genitali femminili (MGF). Di fatto è stata lei a praticare la mutilazione genitale su Awa, sua nipote. Per un po’ le due donne si sono allontanate, ma ora lavorano insieme per porre fine…
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“Mi ricordo Leyla, una ragazza nigeriana, era stata infibulata a 11 anni, quando è venuta da me aveva molte cicatrici, dolori, non riusciva a stare seduta”, racconta a Fanpage.it Massimiliano Brambilla, chirurgo plastico che da anni opera donne a cui sono stati asportati gli organi genitali esterni. Leyla, (il nome è di fantasia per proteggere la sua privacy) è stata adottata, è arrivata in Italia, ha incontrato un uomo e studiato per…
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Sono 230 milioni le donne e le bambine in più di 90 Paesi del mondo che le subiscono. In Italia il numero supera le 87 mila, di cui 7600 minorenni, secondo l’ultimo report dell’Università Milano Bicocca
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"Il futuro delle mutilazioni genitali femminili in Toscana", la pubblicazione in Consiglio regionale
La pubblicazione ‘Il futuro delle mutilazioni genitali femminili in Toscana’, a cura della Commissione Regionale Pari Opportunità, verrà presentata giovedì 6 febbraio alle 10 nella sala Fanfani di palazzo del Pegaso. Sono previsti i saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, del presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni e della presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità Francesca Basanieri.
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Secondo l’UNICEF sono più di 230 milioni le ragazze e le donne che hanno subito una forma di MGF, quattro milioni quelle che rischiano di esservi sottoposte entro i 15 anni di età. Sono 90 i Paesi del mondo che le infliggono. Mancano chiarezza sui fondi, denuncia ActionAid, e dati aggiornati sul fenomeno Le mutilazioni genitali femminili sono una grave violazione dei diritti fondamentali che colpisce milioni di bambine, ragazze e donne in oltre 90 Paesi del…
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Il 6 febbraio è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (Mgf), espressione con cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) fa riferimento a “tutte le pratiche di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o ad altre alterazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non mediche”. Si stima che siano almeno 200 milioni le ragazze e le donne che vivono con…
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In molte culture e società africane, in particolar modo subsahariane, «donna non si nasce, si diventa». Il postulato di Simone De Beauvoir, che a metà Novecento aveva scosso le fondamenta della cultura patriarcale occidentale, se applicato a un contesto come quello dell’Africa rurale racconta una storia diversa, fatta di retaggi sociali e culturali plurimillenari dalle derive spesso brutali. In molte di queste comunità, infatti, il rito di passaggio che…
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"80 mila donne hanno subito mutilazioni genitali" ma molti medici si ritengono impreparati. L'Iss: "Violazione dei diritti umani ma anche un problema sanitario" Il dato emerge da uno studio che ha coinvolto oltre 300 professionisti sanitari, di cui 9 in Trentino Alto Adige, ecco i luoghi comuni da sfatare sul fenomeno TRENTO. In Italia…
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Oltre 200 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali e il fenomeno è presente anche in Italia. Molte persone, inclusi operatori sanitari, ritengono che la pratica nasca da motivi religiosi, ma in realtà non è prescritta in alcun credo. Di questi temi si è parlato in un incontro organizzato da Istituto superiore di sanità (Iss) e Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in vista della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf) del 6…
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In Italia oltre 87.000 donne – di cui 7.600 minorenni, principalmente di origine nigeriana ed egiziana – convivono con le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Si tratta di una grave violazione dei diritti umani e una forma di violenza di genere che colpisce 230 milioni di bambine e donne nel mondo. Questa pratica, vietata da normative internazionali e nazionali, è spesso sommersa e rimane difficilmente tracciabile a causa della scarsa disponibilità…
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Secondo l'Oms oltre 200 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali, e il fenomeno è presente anche nel nostro Paese, dove si stima riguardi migliaia di donne tra cui minori. La maggior parte degli operatori sanitari italiani però considera inadeguata la propria formazione sul tema, e cade in errori e luoghi comuni, come quello secondo cui la pratica viene effettuata per motivi religiosi, quando invece non è prescritta da nessun credo.
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Mutilazioni genitali per 80mila donne in Italia. Iss-Cattolica: “Serve più formazione per gli operatori sanitari” Studio presentato oggi durante un evento organizzato dall’Iss e dall’Università Cattolica di Roma in vista della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili del 6 febbraio. Su oltre coinvolto oltre 300 medici, oltre la metà pensa che questi interventi siano effettuate per motivi religiosi, ma è falso.
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Per prevenire e contrastare le Mutilazioni Genitali Femminili (Mgf), l'Italia dispone di strumenti contenuti nella legge 7 del 2006 e del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, ma non ci sono informazioni trasparenti su quale sia lo stato delle cose. Anche l'esito del bando 2023 del Dipartimento Pari Opportunità per una nuova mappatura del fenomeno non è stato ancora reso noto.
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La situazione in Italia, una sfida ancora aperta ActionAid: “Chiarezza dei fondi, inserimento nei LEA e mediazione culturale per il diritto alla salute delle donne e ragazze che hanno subito MGF” Link al documento “Per un futuro libero dalle MGF” Il 6 febbraio a Milano il Summit organizzato da SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica, in collaborazione con ActionAid con l’obiettivo di riunire il mondo delle istituzioni, delle associazioni e della sanità.
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Per prevenire e contrastare le Mutilazioni Genitali Femminili (Mgf), l'Italia dispone di strumenti contenuti nella legge 7 del 2006 e del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le... Leggi tutta la notizia
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In passato, nelle favole per bambini, c'era lo stereotipo della bella fanciulla in difficoltà che aspettava di essere salvata dal principe azzurro sul suo cavallo bianco. Queste storie erano il riflesso di una società in cui le bambine e le donne non potevano esprimere sé stesse, esplorare le proprie potenzialità o essere abbastanza indipendenti da prendere decisioni sulla propria vita e sul proprio futuro.
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La Cisl, in collaborazione con l’Associazione Anolf, ribadisce con determinazione il proprio impegno nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica che costituisce una grave violazione dei diritti umani di donne e bambine, oltre a rappresentare un serio rischio per la loro salute e il loro benessere. Le MGF sono ancora diffuse in diverse aree del mondo, in particolare in alcuni Paesi dell’Africa, Asia e America Latina, ma il fenomeno non è…
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L’Università degli Studi di Perugia, in occasione della “Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza”, martedì 11 febbraio 2025, dalle ore 15, organizza la sesta edizione di “Donne in Scienza”. Si tratta di un evento rivolto in particolare alle studentesse e agli studenti delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, volto a stimolare per la riflessione sul tema del ruolo delle donne nella scienza, per incoraggiare le studentesse ad…
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Sassari. La sera di sabato 8 febbraio la facciata di Palazzo Ducale sarà illuminata di viola, «con lo scopo di far uscire le persone con epilessia dall’ombra della discriminazione». Il sindaco Giuseppe Mascia ha accolto la richiesta del coordinatore regionale della Lega Italiana contro l’epilessia (Lice) Giorgio Magli, in occasione della Giornata internazionale dell’epilessia. «In Sardegna sono circa 12mila le persone affette da epilessia e oltre 6mila sono i pazienti che ne soffrono in età…
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