Emergenza sovraffollamento nelle carceri italiane: una situazione in crescita

La situazione nelle carceri italiane è diventata sempre più critica, come evidenziato dal recente dossier pubblicato da Antigone, un'associazione impegnata nella tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale.

Al 30 giugno 2024, gli istituti di pena italiani ospitavano 61.480 detenuti, ben oltre la capienza regolamentare di 51.234 posti. Le donne rappresentavano il 4,4% della popolazione carceraria, mentre gli stranieri costituivano il 31,3%. Il tasso di affollamento ufficiale medio era del 120%, ma considerando i posti non disponibili, che al 17 giugno 2024 erano 4.123, il tasso di affollamento reale saliva al 130,6%.

Molti detenuti hanno presentato ricorsi, denunciando condizioni di detenzione "contrarie al senso di umanità". Un detenuto di San Vittore ha evidenziato due problemi principali: l'organizzazione penitenziaria, che lo costringe a trascorrere la maggior parte della giornata dietro le sbarre, e il sovraffollamento, che rende impossibile svolgere attività alternative.

Antonino La Lumia, presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, ha sottolineato la necessità di interventi urgenti per garantire trattamenti umani nelle carceri. Dopo aver visitato San Vittore un anno fa, La Lumia ha rilevato che le condizioni sono rimaste drammatiche.

Luigi Pagano, ex direttore del carcere di San Vittore per 15 anni, ha descritto le carceri come "polveriere, pronte a esplodere alla minima scintilla". Secondo Pagano, ci sarebbero spazi per intervenire, ma manca la volontà politica. Pagano ha trascorso la sua vita professionale nel sistema carcerario e ha diretto diversi istituti, tra cui San Vittore, uno dei penitenziari italiani con il peggior tasso di sovraffollamento.

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