Divieto della cannabis light: Impatto sulle imprese italiane

- La recente approvazione dell'emendamento al disegno di legge sulla sicurezza, che vieta la coltivazione e il commercio della cannabis light, ha suscitato un acceso dibattito in Italia. La cannabis light, caratterizzata da un basso contenuto di THC e da una maggiore quantità di CBD, è stata equiparata alla cannabis con un alto contenuto di THC, rendendola di fatto illegale.

I negozianti bergamaschi hanno definito il provvedimento un "capriccio politico" che viola le norme europee. Secondo loro, la cannabis light non dovrebbe essere vietata poiché non ha effetti stupefacenti significativi e offre benefici rilassanti grazie al CBD.

Coldiretti, l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, ha espresso preoccupazione per l'impatto negativo che il divieto avrà su un settore in crescita. Molte imprese, soprattutto quelle gestite da giovani imprenditori agricoli, hanno investito notevoli risorse nella coltivazione della cannabis light. Coldiretti sottolinea che regolamentazioni per l'uso ricreativo potrebbero essere introdotte senza compromettere l'intero settore.

Il divieto della cannabis light rischia di mettere in crisi numerose aziende, specialmente quelle del Polesine, che avevano visto una ripresa grazie a questo mercato. La Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) ha avvertito che il provvedimento potrebbe causare danni immediati a molte imprese, portandole sull'orlo del baratro.

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