La battaglia dei lavoratori delle compagnie fast fashion continua contro gli stipendi troppo bassi, nonostante diversi governi abbiano già iniziato ad assecondare le richieste avanzate dai protestanti. Il Bangladesh è uno dei paesi in cui il problema stipendi è particolarmente sentito: grazie agli ultimi provvedimenti dello Stato, gli operai delle fabbriche del fast fashion guadagneranno circa $113 al mese, una cifra che però non raggiunge i $210 mensili richiesti dei sindacati locali e che risulta ancora…
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La “rivolta delle tessitrici”: anche i grandi marchi della industria della moda dovrebbero fare la loro parte diritti umani lavoro donne lunedì, 13 novembre 2023 Dacca (Agenzia Fides) - Già dieci anni fa, nel 2014, un documentario del quotidiano inglese “Guardian", dal titolo "The shirt on your back" spiegava con parole e immagini il costo umano di una maglietta di cotone, fabbricata in Bangladesh, ripercorrendo a…
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Euro circa, 23mila taka bangladesi, questa era la richiesta dei sindacati del settore pronto moda del Bangladesh per il nuovo salario minimo mensile che si sarebbe dovuto stabilire all’interno del Wage board, il comitato che ogni cinque anni riunisce a questo scopo sindacati, governo e imprese. Dopo un confronto tra le parti, il governo ha deciso infine per 106 euro, 12.500 taka, poco più della metà della richiesta (attualmente il salario minimo mensile stabilito nel 2018 è di 8mila…
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A.t. Tutto è iniziato circa un mese fa con la richiesta di migliori condizioni salariali da parte delle operaie del settore tessile, ma la situazione si è velocemente deteriorata, con scioperi e manifestazioni repressi con la forza dalla polizia.In Bangladesh negli ultimi 11 giorni gli scontri e le proteste si sono acuiti, con il numero delle vittime salito a quattro, numerosi feriti, più di 11mila persone…
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Uno sciopero scaturito dal braccio di ferro tra i sindacati e il governo locale. La proposta di portare i salari a 104 euro è stata giudicata come 'ridicola' e adesso le lavoratrici promettono battaglia.
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La stragrande maggioranza è rappresentata da donne. Nei giorni scorsi tre lavoratori del settore, che fornisce molti dei marchi più diffusi in Occidente tra cui Levi's, Zara e H&M, sono stati uccisi in violenti scontri seguiti alla decisione del governo di non riconoscere gli aumenti di salario richiesti e il saccheggio di oltre 70 fabbriche Violente proteste proseguono in Bangladesh contro le fabbriche dei grandi marchi.
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LONDRA — La chiamano “la rivolta delle tessitrici”: 150 fabbriche ferme, 11mila operaie denunciate, almeno tre morti. Saccheggi e proteste hanno paralizzato il settore, protagonista di una trasformazione sociale che ha portato enormi benefici al Bangladesh ma anche motivo di ripetute accuse di sfruttamento all’industria occidentale dell’abbigliamento. Per adesso il risultato è uno sciopero a temp…
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Di Alberto Galvi – Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina ha risposto duramente allo sciopero dei lavoratori dell’industria tessile sulle retribuzioni, in cui vi sono stati scontri mortali. Dopo che i sindacati hanno respinto l’offerta del governo, il primo ministro Sheikh Hasina ha respinto le richieste dei lavoratori per un aumento salariale. I leader sindacali hanno espresso preoccupazione per il fatto che le sue parole avrebbero…
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Di fronte all’irrilevanza degli aumenti salariali, i lavoratori del settore tessile riprendono la lotta. di Gianni Sartori Le proteste dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono ricorrenti per cui non è il caso di stabilire quale sia stato l’inizio dell’ultima fase, abbastanza radicale da forare il muro dell’informazione. Considerando soltanto gli ultimi quindici giorni va ricordato che nella mattinata del 30 ottobre gli operai di alcune aziende di…
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Da diversi giorni le donne che lavorano nei più grandi poli industriali che riforniscono le marche internazionali sono scese in strada a protestare. Per timore di ulteriori scioperi i produttori hanno chiuso le fabbriche, mentre la prima ministra del Bangladesh continua a governare con il pugno di ferro. Dhaka (AsiaNews/Agenzie) - La prima ministra del Bangladesh, Sheikh Hasina, ha rifiutato di concedere ulteriori aumenti salariali dopo le proteste dei…
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Novembre 10, 2023 Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui): Bangladesh: la durissima lotta delle operaie e degli operai del tessile-abbigliamento per salari “giusti ed equi” e contro la repressione – Giulia Luzzi A fine ottobre, inizio novembre, decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori bengalesi…
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Da ormai due settimane violente proteste di piazza stanno infiammando il Bangladesh. Sono già quattro i morti negli ultimi giorni negli scontri tra i manifestanti, soprattutto lavoratori del comparto tessile, e polizia bengalese. Anche ieri non sono mancati momenti di tensione: la polizia ha disperso con la forza circa 25.000 lavoratori delle aziende legate all’industria dell’abbigliamento scesi in piazza a Gazipur, poco a nord della capitale Dacca
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Gli operai tessili, in mobilitazione da due settimane, chiedevano di portare il salario minimo mensile dagli attuali 8.300 taka (meno di 68 franchi), a 23.000 taka (188 franchi). Il primo ministro Sheikh Hasina ha invece loro concesso, martedì scorso, un aumento pari a un terzo di quanto richiesto rifiutando successivamente ogni possibile negoziato. La protesta si è quindi inasprita, con saccheggi nelle fabbriche e violenti scontri con la polizia.
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Continua la forte mobilitazione dei lavoratori e lavoratrici del settore tessile in Bangladesh, dove ieri é stata uccisa un’altra operaia negli scontri con la polizia che animano le piazze bangladesi da ormai quasi due settimane. La maggior parte dei sindacati del settore hanno rifiutato l’aumento del 56% del salario minimo proposto martedì dalla delegazione governativa, perseverando nella grossa mobilitazione che cerca di ottenere uno stipendio minimo di…
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I lavoratori tessili del Bangladesh tengono duro. Rifiutata un’offerta di aumento dei salari del 56%
Ce l’hanno fatta anche in Bangladesh ma non si accontentano. Dopo due settimane di scioperi e scontri (che hanno causato sinora 3 vittime), i lavoratori del settore tessile hanno ricevuto un’offerta di aumento immediato medio dei salari del 56%, da 70 a 105 euro al mese. Proposta rifiutata perché ben al di sotto della richiesta di alzarli fino a quasi 200 euro. Si tratta di lavoratori impiegati in aziende locali che producono per lo più per…
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Continuano le proteste dei lavoratori dell’industria tessile in Bangladesh, che chiedono salari più equi e 3 volte superiori ai compensi attuali. Secondo quanto riportato da MF Fashion, nel paese dell’Asia Meridionale, l’industria dell’abbigliamento confezionato rappresenterebbe quasi il 16% del PIL, con oltre 3500 fabbriche che rifornirebbero molti nomi di spicco del panorama…
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I lavoratori impiegati nell’industria dell’abbigliamento hanno dato vita a forti proteste in Bangladesh rivendicando maggiori diritti e salari più alti In Bangladesh si stanno verificando violente manifestazioni dei lavoratori nell’industria dell’abbigliamento, specialmente nelle città industriali di Gazipur, Ashulia e Hemayetpur. Le proteste stanno coinvolgendo decine di migliaia di persone che sono scese in piazza chiedendo maggiori…
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REUTERS Non si ferma la mobilitazione dei lavoratori del comparto dell’abbigliamento in Bangladesh e ieri, con la morte di un’operaia, il numero delle vittime del duro scontro con la polizia che dura da undici giorni è salito a quattro. Nei nuovi tafferugli che hanno interessato aree densamente abitate anche da immigrati attratti dalla possibilità di lavoro nelle manifatture, si sono registrati anche numerosi feriti.
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