Israele invade il Libano

- Nella notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre, le truppe israeliane hanno varcato il confine con il Libano, dando inizio all'operazione denominata "Northern Arrows". Questa incursione, descritta dalle Forze di difesa israeliane (Idf) come "limitata, localizzata e mirata", è stata supportata dalle forze aeree e dall'artiglieria, con l'obiettivo di colpire obiettivi di Hezbollah situati in villaggi vicini al confine. Secondo l'Idf, tali obiettivi rappresentano una minaccia immediata per le aree settentrionali di Israele.

L'operazione, che ha visto l'impiego di truppe di terra, è stata accompagnata da attacchi aerei su diverse località, tra cui il campo profughi palestinese di Ain el-Héloué, alla periferia di Saida. In questo contesto, l'aviazione israeliana ha preso di mira Mounir Maqdah, leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fateh, che sarebbe riuscito a sfuggire all'attentato.

Parallelamente, le forze israeliane hanno bombardato la capitale siriana, Damasco, ampliando così il raggio d'azione dell'operazione. Nonostante le manovre delle Idf, non è stato rilevato alcun movimento in Iran che indichi una risposta imminente da parte di Teheran.

L'operazione "Northern Arrows" rappresenta un'escalation significativa nel conflitto tra Israele e Hezbollah, con potenziali ripercussioni sull'intera regione. Tuttavia, le autorità israeliane hanno sottolineato che l'incursione è stata progettata per essere limitata e mirata, al fine di ridurre al minimo le perdite civili e concentrarsi esclusivamente sugli obiettivi militari.

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