Il Mossad e l'esplosione dei cercapersone in Libano, un'analisi dettagliata

- Il gruppo Handala, noto per i suoi attacchi informatici contro infrastrutture israeliane, ha recentemente rivendicato una serie di esplosioni coordinate di cercapersone e walkie-talkie in Libano, utilizzati da Hezbollah. Questi dispositivi, apparentemente innocui, sono stati trasformati in armi letali attraverso una sofisticata operazione di intelligence. Dietro questa operazione si ritiene ci sia il Mossad, l'agenzia di intelligence israeliana, che ha utilizzato una rete di società fittizie per vendere i dispositivi "trappolati" ai miliziani di Hezbollah.

L'operazione ha richiesto una pianificazione meticolosa e una profonda conoscenza delle dinamiche interne di Hezbollah. Dopo aver subito numerose perdite a causa delle infiltrazioni israeliane, Hezbollah ha deciso di abbandonare l'uso dei telefoni cellulari, ritenuti vulnerabili, e ha optato per l'acquisto di cercapersone. Questo cambiamento è stato sfruttato dal Mossad, che ha utilizzato un commerciante di fiducia per vendere i dispositivi compromessi ai miliziani.

Le esplosioni hanno causato un significativo danno alle infrastrutture di comunicazione di Hezbollah, mettendo in luce la vulnerabilità della milizia sciita di fronte alle sofisticate operazioni di intelligence israeliane. Nonostante Israele non abbia pubblicamente ammesso la responsabilità dell'attacco, le prove indicano chiaramente una pianificazione accurata e una esecuzione impeccabile.

L'uso di società fittizie per vendere i dispositivi compromessi rappresenta una tattica ben nota nel mondo dell'intelligence. Questa operazione ha permesso al Mossad di infiltrarsi nelle fila di Hezbollah senza destare sospetti, dimostrando ancora una volta la capacità dell'agenzia di adattarsi e innovare di fronte a nuove sfide.

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