Meloni prepara la guerra d’Albania

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il manifesto INTERNO

Sul Colle si aspetta l’inizio della settimana prossima nel classico clima di tensione immobile che precede le battaglie vere. Lo scontro istituzionale stavolta è serio, molto più di quelli che si registravano ai tempi del braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e i togati. Qui la posta in gioco è molto più alta di un caso personale e non saranno solo dichiarazioni esplosive quelle che partiranno lunedì alle 18, ora della convocazione del consiglio dei ministri, dalle batterie del governo. (il manifesto)

Su altre testate

«Se la magistratura esonda dai propri poteri attribuendosi delle prerogative che non può avere, deve intervenire la politica che esprime la volontà popolare». Il senso del discorso, comunque, è chiaro: la sezione immigrazione del tribunale di Roma – che venerdì ha demolito il protocollo albanese che tanta fatica e tanti soldi è costato al governo – non la passerà liscia, l’affronto (perché così l’esecutivo considera l’applicazione della legge) non può restare impunito. (il manifesto)

E soprattutto ha scatenato l’ennesimo scontro tra politica e magistratura, con la prima convinta che le toghe più che applicare la legge finiscano con l’interpretarla con sentenze “abnormi” (cit: Nordio). (Nicola Porro)

Invece, la vicenda della mancata convalida del trattenimento dei migranti spediti in Albania (e fatti ritornare in Italia due giorni più tardi a causa della mancata convalida del loro trattenimento) viene gestita dalla politica nazionale sullo stesso piano del tifo da stadio: pochi elementi concreti su cui confrontarsi e tanti slogan. (ilgazzettino.it)

Da sinistra una critica alla sinistra: quanta ipocrisia sui migranti in Albania

L’iniziativa, dal titolo “Analgesia in travaglio. (SARdies.it)

Domani il Cdm dovrebbe emanare un decreto legge ad hoc. (Fanpage.it)

Si chiamano CPR, oggi, perché una volta si chiamavano CIE. È un illecito amministrativo, si paga con una multa. (Nicola Porro)