Omicidio Vassallo: Cagnazzo, il buco di 23 minuti nell'alibi del colonnello e la sigaretta sul luogo del delitto. «Entrava e usciva dalla zona interdetta»
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La sera del 5 settembre 2010, quando Angelo Vassallo fu ucciso, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, arrestato ieri con altre tre persone per omicidio aggravato in concorso (Vassallo, secondo l'accusa, aveva scoperto il traffico di droga da loro gestito e stava per denunciarli), aveva prenotato per cenare con diversi amici nel ristorante «Da Claudio» di Acciaroli. Claudio è Claudio Vassallo, fratello di Angelo, e nel locale lavorava anche la moglie del sindaco: un posto perfetto, secondo il gip, per crearsi un alibi. (Corriere della Sera)
Su altre testate
C’era l’onore di un militare da difendere. C’era un grosso carico di droga, pronto ad arrivare via Mare, a Torre Caleo, e destinato ad Acciaroli e ad altre località della costiera cilentana. (Info Cilento)
A 14 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, i Carabinieri del ROS hanno eseguito quattro arresti. Tutti sono accusati di concorso in omicidio volontario con l’aggravante mafiosa. (L'INDIPENDENTE)
Per quanto scontato, questo passaggio è tanto inquietante quanto crudele nel testimoniare quanta ipocrisia istituzionale – legale – politica sia presente in Italia. (StatoQuotidiano.it)
Cagnazzo, nato ad Aversa, in provincia di Caserta, nel 1970, ha seguito le orme familiari frequentando la scuola militare della Nunziatella a Napoli e successivamente l’Accademia di Modena. (ciociariaoggi.it)
“Il Cilento si riprenda la sua dignità e non continui ad essere terra di conquiste. La svolta sull'omicidio Vassallo rappresenta un vero spartiacque circa la nuova presa di coscienza di un territorio molto martoriato dai loschi traffici della malavita organizzata che ha letteralmente invaso la parte sud della Provincia”. (Ottopagine)
Sono le quattro persone arrestate oggi, accusate di concorso nell'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica-Acciaroli ucciso il 5 settembre del 2010. (Corriere della Sera)