Il caso. Foa: «Genocidio? Parola tabù in Israele. Bene che il Papa l’abbia pronunciata»
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«Penso che questa sia una guerra di Israele contro il popolo palestinese e non solo contro Hamas». Parola di Anna Foa, storica che ha dedicato la vita allo studio dell’ebraismo e della Shoah. Che effetto le hanno fatto le parole del Papa sulla possibilità di un genocidio? Mi hanno fatto effetto, perché di genocidio si parla molto ma anche poco. Se ne parla molto nelle manifestazioni e nei tribunali, poco nel dibattito italiano e internazionale. (Avvenire)
La notizia riportata su altri giornali
Accanto alla voce si legge: "Israele è stata accusata da esperti, governi, agenzie ONU e organizzazioni non governative di aver compiuto un genocidio contro la popolazione palestinese durante l’invasione e il bombardamento di Gaza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Un anno Appena trenta giorni dopo il 7 ottobre 2023, Time Magazine ha pubblicato un articolo dal titolo: Quello che sta succedendo a Gaza è un genocidio? Gli esperti stanno valutando. (Inside Over)
Non si tratta di un’accusa diretta bensì di un interrogativo; ma l’accostamento fra Israele e genocidio per bocca di una autorità spirituale come quella del Papa e non solo… (La Stampa)
Ipnotizzati dalle elezioni americane e dalla scelta dei segretari nella prossima amministrazione Trump, rischiamo di perderci la notizia più importante sul Medio Oriente da un anno a questa parte. Cosa è successo? Non sui campi di battaglia di Gaza e del Libano, ma nelle sedi delle Nazioni Unite, è stata di colpo ribaltata la narrazione prevalente del conflitto mediorientale: i morti palestinesi non sono 42.200, ma 8.119, ultima stima accertata riguardo alle operazioni dal 1 novembre 2023 al 30 aprile 2024. (Nicola Porro)
E il riferimento al genocidio è un nuovo gradino, il più alto”. Il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni si esprime in merito alle parole di papa Francesco sulla condotta di Israele e sul genocidio in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera. (Shalom.it)
Il quesito del pontefice nella sua cauta e soppesata formulazione non si espone all’insidia della sovrapposizione del piano giuridico con quello politico e morale. (Gariwo, la foresta dei Giusti)