L’incognita Trump, i dazi, le guerre e i nazionalismi: per l’Unione europea i dossier del 2025 sono la “prova di maturità”
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Il 2025 sarà l’anno della maturità per l’Unione europea. Con una congiunzione astrale apparentemente favorevole. Le minacce commerciali di Donald Trump, l’apparente disimpegno Usa dagli obblighi ambientali, gli spiragli di pace in Ucraina sembrano lanciare un unico messaggio: avanti ora (o mai più?) con l’autonomia strategica. Una formula che non significa necessariamente rivoluzione, rottura col passato e con gli alleati, stravolgimento degli equilibri. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri media
Dio solo sa con che spirito si può guardare al nuovo anno. Povera vecchia Europa. (ROMA on line)
Vaso di coccio tra vasi di ferro, la nostra Europa affronterà nei prossimi mesi uno dei periodi più delicati della sua vicenda comunitaria. In una situazione che, in fondo, somiglia un po’ a quella della Lega Italica, incapace coi suoi staterelli di opporsi agli appetiti dei potenti sovrani stranieri del tempo, già proiettati nella modernità quattrocentesca dello Stato assoluto. (Corriere della Sera)
Siamo ormai tutti consapevoli che il mondo è cambiato e l’Europa non può più contare sulla «pax americana» che le ha garantito mercati per l’export e l’ha protetta militarmente. Con la guerra in Ucraina è finito anche il modello su cui si basava la nostra sicurezza energetica. (Corriere della Sera)
Il fatto è che ci sono solo due modi, sufficientemente sperimentati, per organizzare politicamente un territorio occupato da popoli che hanno in comune importanti elementi culturali (la tradizione culturale che origina dalla Grecia classica, il diritto romano, l’evangelizzazione cristiana) ma solo alcuni interessi comuni, mentre per il resto sono divisi da storia, tradizione politica, lingua, costumi e, last but not least, interessi divergenti quando non contrastanti. (Start Magazine)
La battaglia per la supremazia economica nel mondo (Mondadori 1992) con la previsione che l’Europa si preparasse a diventare il dominatore del XXI secolo, dopo la Gran Bretagna nel XIX e gli Usa nel XX secolo. (Il Sole 24 ORE)
Molto spesso, nulla è ciò che appare, soprattutto quando si parla di temi così fondamentali e vitali come quello della pace e dell’equilibrio geopolitico. (L'Opinione)