Da una cappella di ospedale, il messaggio di Re Carlo a Natale. L'attesa per la riunione dei Windsor a Sandringham
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Da una cappella di ospedale, re Carlo il giorno di Natale manderà i suoi auguri con il discorso del Re. Una tradizione televisiva molto antica che inizia con la regina Elisabetta nel 1957 (dopo che già i suoi avi avevano preso l’abitudine di parlare via radio il 25 dicembre). E re Carlo, ormai al suo terzo discorso di Natale, continua quest’anno a innovare, con una nuova location per il suo messaggio natalizio. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Come sta re Carlo III? Meglio, a giudicare dai recenti impegni delle ultime settimane, tra il royal tour in Australia con la regina Camilla e la visita di Stato dell'emiro del Qatar, ospite a Buckingham Palace a inizio dicembre. (Elle)
«Rivolgo un ringraziamento speciale e sincero ai medici e al personale infermieristico che, quest'anno, hanno sostenuto me e gli altri membri della mia famiglia attraverso le incertezze e le ansie associate alla malattia, e ci hanno portato la forza, la cura e il conforto di cui avevamo bisogno», ha affermato. (Corriere del Ticino)
Re Carlo III ha reso omaggio, durante il suo discorso di Natale, allo staff medico che ha portato «sostegno» e «conforto» alla famiglia reale, alla fine di un anno segnato dal cancro del monarca e di sua nuora Kate. (blue News | Svizzera italiana)
Nella comunicazione che nel giorno di Natale viene rivolta alla nazione al Commonwealth, Carlo ha offerto i proprio "sentiti ringraziamenti" ai medici che hanno sostenuto lui e la sua famiglia "nelle incertezze e nelle ansie della malattia". (Adnkronos)
Un nuovo strappo rispetto alla tradizione, nel puro stile di Re Carlo III. Uno strappo, appunto. (Liberoquotidiano.it)
Il discorso natalizio che Carlo III ha pronunciato dalla Fitzrovia Chapel è molto personale. In diversi passaggi dell’intervento, infatti, Sua Maestà ha rievocato i momenti relativi alla diagnosi di cancro e all’inizio delle cure, ringraziando i dottori e i familiari che lo hanno supportato nel lungo, difficile percorso, non ancora concluso, verso la guarigione. (il Giornale)