L’uccisione di Sinwar arriva nel momento sbagliato per Israele: Usa e Ue ora chiedono la tregua. Netanyahu: “Il lavoro non è finito”

L’uccisione di Sinwar arriva nel momento sbagliato per Israele: Usa e Ue ora chiedono la tregua. Netanyahu: “Il lavoro non è finito”
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano ESTERI

“I conti sono stati regolati”. È con queste parole che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha tracciato una croce rossa sulla foto del ricercato numero uno, l’ideatore del massacro del 7 ottobre. Le riprese del drone che lo mostrano con un braccio amputato, privo di forze, chino su se stesso e rassegnato alla propria fine imminente, con solo il lampo di una reazione nei confronti della videocamera, sono le immagini che consegnano Yahya Sinwar al passato, lo scalpo del nemico che Bibi stringe stretto in mano mostrandolo alla piazza. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie Il capo di Hamas, Sinwar, è stato ucciso dall’esercito israeliano. Era ricercato da oltre un anno ed era ritenuto uno degli ideatori degli attacchi del 7 ottobre. (TV2000)

Houthi in Yemen ed Hezbollah in Libano hanno reso omaggio al leader palestinese ucciso ieri (Open)

Israele ha imparato da Hamas che il cinema è l'arma più forte, come insegnava Benito Mussolini: e la lezione è stata applicata a Yahya Sinwar, ucciso da un colpo di carro armato israeliano nel suo rifugio a Gaza il 16 ottobre scorso. (Italia Oggi)

Mohamed Sinwar, Jabarin o l’eterno reggente. Hamas non ha ancora scelto il nuovo leader

Yahya Sinwar era diventato un simbolo del male, ma Hamas, come entità terroristica e organizzazione politica e sociale più complessa, non era cominciata né, verosimilmente, finirà con lui. La dinamica della sua uccisione non è indifferente, perché dà sostegno a due versioni opposte dell’azione israeliana a Gaza. (Avvenire)

Con l’uccisione a Rafah da parte dell’Idf, del capo di Hamas, Yahya Sinwar, la sorte degli ostaggi in mano ai terroristi, a bande di miliziani senza più un vertice chiaro e a famiglie conniventi, sembra paradossalmente ancora più incerta. (ilmessaggero.it)

I gruppi mediorientali sono costituiti per sopravvivere ai propri leader. Nella storia di Hamas, a ogni uccisione del capo, c’è stato un breve interregno e poi l’elezione del nuovo capo. (La Stampa)