"Gravi aperture ai sovranisti". Salis contro la nomina di Fitto in Ue
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Ilaria Salis ora chiama la sinistra al posizionamento estremo. La conferma della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione Europea non piace all'esponente di Avs, che nel parlamento è parte di The Left, lo stesso gruppo di Carola Rackete e così, dal suo profilo Facebook, l'europarlamentare inanella una serie di dichiarazioni di carattere scarsamente democratico. Non che sia una sorpresa, visti i trascorsi di Salis negli antagonisti e la procedura giudiziaria aperta contro di lei in Ungheria con l'accusa di aver partecipato all'aggressione di alcune persone solo perché si orientamento politico diverso. (il Giornale)
Ne parlano anche altri media
BRUXELLES – Alla fine l’accordo è stato siglato. Ma il patto è stato sottoscritto a… (la Repubblica)
Il sereno (politico), nel palazzo dell'Europarlamento, si era materializzato nel tardo pomeriggio mentre fuori cominciavano a cadere i primi fiocchi di neve della stagione. Con un'accelerazione dopo una settimana di ultimatum, veti incrociati, strappi e tentativi di ricucitura, la euro-maggioranza popolari-socialisti-liberali ha siglato una tregua che ha le forme di un succinto "patto di legislatura" di neppure due pagine. (ilmessaggero.it)
ANSA (Avvenire)
Intervenendo per la Lega in Aula, il deputato Stefano Candiani, ha ricordato come il partito di Matteo Salvini "non sostenga la maggioranza di von der Leyen in Ue ma applaude convintamente la designazione di Fitto, un risultato per il nostro paese di cui essere soddisfatti". (Tiscali Notizie)
Il piatto forte del voto a favore di una vicepresidenza della Commissione europea affidata al Conservatore Raffaele Fitto è condito con un documento programmatico in nove punti, firmato da Popolari, Socialisti e Liberali, la cui unica funzione è ribadire che la maggioranza resta quella del luglio scorso e il partito di Giorgia Meloni, vicepresidente o non vicepresidente, non ne fa parte. (il manifesto)
È il tempo della «responsabilità» istituzionale. L’appello congiunto arriva da due ex premier italiani: Romano Prodi (anche ex presidente della Commissione europea) e Mario Monti (anche ex Commissario Ue). (Corriere della Sera)