Il ritorno di Trump: quali ripercussioni a livello globale?
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La vittoria schiacciante riportata da Donald Trump nelle elezioni presidenziali della scorsa settimana non è stata una sorpresa per nessuno. Il 45° e futuro 47° presidente degli Stati Uniti ha calvalcato quella stessa ondata di protesta contro il governo in carica che ha penalizzato quasi tutti i partiti al potere nel 2024. La vice presidente Kamala Harris si era rivelata, anzi, uno dei migliori sfidanti tra tutti coloro che quest’anno hanno dovuto affrontare il giudizio delle urne nei paesi industriali avanzati, potendo contare su una campagna elettorale disciplinata, la candidatura storicamente impopolare di Trump e un’economia americana che naviga a gonfie vele. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
I rapporti si sono fatti spinosi e l’intolleranza vince sulla comprensione, proprio come succede in una guerra civile, per fortuna solo teorica e soprattutto verbale. «Fino a ieri avevo amici le cui idee non condividevo del tutto, ma non ci impedivano di stare vicini», mi racconta uno studente, «ora ci consideriamo nemici e non riusciamo più a vederci». (Corriere della Sera)
A quest’ora potremmo essere qui a discutere tranquillamente sull’agenda di una presidenza repubblicana in mano a Nikki Haley, o a Ron DeSantis, due leader della destra certamente più rassicuranti sotto il profilo etico e caratteriale. (Corriere della Sera)
Donald Trump è tornato. In previsione del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l'Unione Europea sta muovendo i primi passi per elaborare una strategia unitaria (Euronews Italiano)
Dopo le prime dodici giornate di Serie A è già bagarre pazzesca per i primi posti della classifica. In una lotta così serrata, per ogni candidata al titolo diventa cruciale sbagliare meno delle altre e saper sfruttare ogni occasione a proprio vantaggio. (Terzo Tempo Napoli)
Con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, molte sono le riflessioni sulle possibili ripercussioni economiche per altre nazioni, specialmente in Europa. Nonostante differiscano nello stile, entrambi i candidati avrebbero perseguito una politica di isolazionismo combinata a un tentativo di consolidare una supremazia globale indiscussa degli USA». (ComplianceJournal.it)
Già qui in Europa, dobbiamo vedercela con una vasta frazione dell’opinione pubblica che non nasconde le proprie simpatie per Putin e che apprezza Trump perché pensa che egli permetterà alla Russia di chiudere a proprio vantaggio la vicenda ucraina. (Corriere della Sera)