C’è una logica dietro al piano di Israele e non tutti i musulmani dell’area lo stanno osteggiando

C’è una logica dietro al piano di Israele e non tutti i musulmani dell’area lo stanno osteggiando
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Il Fatto Quotidiano ESTERI

Le opinioni e le previsioni riguardo alla situazione in Medio Oriente sono molte, ce ne è davvero per tutti. La rapidità con la quale Israele è entrato in aperto conflitto con il Libano ha poi spiazzato molta gente e quindi le interpretazioni si stanno moltiplicando. Tuttavia, quanto sta succedendo fa parte di una logica abbastanza chiara che ha telecomandato gli avvenimenti dell’ultimo anno nel Medio Oriente. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

Subito dopo l'attacco in Israele all'alba del 7 ottobre, costato la vita a quasi 1.200 persone secondo i dati israeliani, nella Striscia di Gaza sono iniziate le operazioni militari israeliane contro Hamas, che nel 2007 prese il controllo dell'enclave palestinese. (Adnkronos)

Quella che è passata alla storia come la «dottrina Bush» (figlio), un quarto di secolo dopo non è solo un cumulo di macerie dall’Afghanistan alla Libia ma è soprattutto lo stato di guerra permanente che distribuisce poteri e profitti e annichilisce speranze di riscatto. (il manifesto)

Caro Avvenire, la drammatica escalation in Medio Oriente ci dimostra, ancora una volta, che gli estremismi e i fondamentalismi politici, culturali e religiosi alimentano solo guerre e varie forme di violenza, senza risolvere i problemi che sono alla base dei conflitti. (Avvenire)

Netanyahu, il premier più longevo d'Israele: lo choc delle prime 48 ore e la paura di mostrarsi debole

Anche l’immancabile risposta israeliana verrà calibrata con gli americani. La domanda è ovvia: dobbiamo temere un confronto armato tra Iran e Israele? Una guerra regionale che diventi globale e coinvolga anche gli Stati Uniti? Che prescinda dal gioco delle reciproche rappresaglie? Chiaro che la situazione può sfuggire di mano, ma le parti calcolano i rischi con cura. (Corriere della Sera)

E siamo convinti di essere al sicuro perché quel che accade laggiù è una cosa sufficientemente lontana, con cause che poco hanno a che vedere con noi. (LA NAZIONE)

Eppure quando l’ora più buia è rintoccata all’alba luminosa del 7 ottobre, Mr. Sicurezza — racconta chi gli stava attorno — ha vacillato, quasi incapace di reagire. (Corriere della Sera)