Dazi alla Cina, sussulto Ue sull’auto
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Per bloccare l’esecutivo di Bruxelles sarebbe stata necessaria una maggioranza qualificata di 15 voti contrari e una rappresentanza del 65% della popolazione del continente, mentre 15 voti favorevoli avrebbero rappresentato un automatico semaforo verde; adesso, con un via libera che si configura come una «no opinion» da parte degli Stati, la Commissione potrà procedere quando riterrà opportuno, magari già entro fine mese. (L'Eco di Bergamo)
La notizia riportata su altri media
Quindi la decisione resta nelle mani della Commissione europea, che ha tempo fino al 30 ottobre per decidere. (Corriere della Sera)
Nonostante il blitz dell’ultimo minuto, la Germania non riesce a bloccare i dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina. (ilmessaggero.it)
«Potremo continuare ad alzare i dazi all’infinito, ma in questo momento il gap di competitività e di costi è tale che la Cina potrebbe permettersi politiche di prezzo ancora più vantaggiose e comunque riuscirebbe a permeare i nostri mercati». (Il Sole 24 ORE)
"Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la conclusione dell'inchiesta antisovvenzioni della Commissione. Parallelamente l'UE e la Cina continuano a lavorare intensamente per esplorare una soluzione alternativa che sia pienamente compatibile con l'Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall'inchiesta della Commissione, monitorabile e applicabile", si legge in una nota di Bruxelles (Tiscali Notizie)
È importante che l'Unione europea abbia scelto di contrastare la concorrenza sleale della Cina sulle auto elettriche, ma la partita non è definitivamente chiusa. L'intervento di Marco Mayer. Caro direttore, (Start Magazine)
Ma per dare un via libera diretto ai dazi proposti dalla Commissione serviva l'ok del 55% degli Stati, cioè il 65% della popolazione. Non è stata infatti raggiunta una maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta della Commissione: 10 Stati hanno detto sì (tra cui Italia e Francia), 5 hanno votato contro (Germania e Ungheria tra questi) e 12 si sono astenuti. (il Giornale)