Meloni, live dal Senato l’intervento sul riarmo in vista del Consiglio UE: «Spero in senso di responsabilità e realtà, consapevoli del momento grave»
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Tema centrale del Consiglio europeo «sarà il rilancio e rafforzamento della competitività», ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. «Potrebbe sembrare un concetto fumoso e astratto ma non lo è», ha detto la premier. «Competitività vuol dire poter offrire servizi aggiornati e sempre migliori» e «disporre delle risorse e mezzi necessari, non solo a non dipendere da altri, ma anche a difendere i nostri valori e la nostra visione», ha detto la premier. (Corriere Roma)
Ne parlano anche altre fonti
Le rappresaglie possono diventare un circolo vizioso e Giorgia Meloni lo dice chiaramente durante le comunicazioni in Senato in vista del prossimo Consiglio europeo: «Rispondere a dazi con dazi non è buon affare, cercare intesa». (ilgazzettino.it)
"Lo stallo sul campo ci porta a negoziati per la pace, sosteniamo il presidente Trump in questo senso". La premier Giorgia Meloni in Senato oggi ha preso più di una posizione a favore del presidente Usa. (la Repubblica)
Applausi e stanting ovation quando dice di essere al fianco del presidente Mattarella contro gli attacchi arrivati dalla Russia (Open)

Traspare una certa irritazione nei confronti dell’alleato Salvini, che tra l’altro oggi al Senato nemmeno si è fatto vedere e che si è affrettato a dare il benestare alla relazione di Meloni, come dire “Hai fatto quello che ti avevo chiesto”. (Radio Popolare)
– Sostegno agli “sforzi” di Donald Trump per una soluzione del conflitto in Ucraina; no a “rappresaglie” o reazioni “di istinto” sui dazi; sì a un aumento delle spese in difesa, ma senza “distogliere un solo euro dai fondi della coesione”. (Agenzia askanews)
Non è, ovviamente, così, e chi lo sostiene è perfettamente consapevole che sta ingannando i cittadini, perché maggiori risorse per la sanità, la scuola o il welfare non ci sono, attualmente, non perché spendiamo i soldi sulla difesa, ma perché centinaia di miliardi sono stati bruciati in provvedimenti che servivano solo a creare consenso facile. (Il Fatto Quotidiano)