Crisi auto, Audi annuncia 7.500 licenziamenti in Germania entro il 2029

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Corriere della Sera ECONOMIA

Audi, casa automobilistica del gruppo Volkswagen, annuncia un taglio di 7.500 posti di lavoro fino al 2029 negli stabilimenti tedeschi, senza licenziamenti ma puntando su uscite naturali o volontarie. La misura, concordata nell'ambito di un accordo con il sindacato e della prima assemblea aziendale dell’anno a Ingolstadt, ha l'obiettivo di mantenere i siti produttivi e di evitare i licenziamenti fino al 2033, risparmiando così circa un miliardo l'anno. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Nel 2024 le maggiori soddisfazioni di Audi sono arrivate dall'Italia (+1,13% a fronte di un mercato in calo dello 0,5% e una quota salita al 4,35%), grazie alla controllata Lamborghini, che ha contabilizzato un'altra nuova crescita dei volumi con 10.687 auto consegnate (nuovo e storico record), il 5,7% in più rispetto al 2023. (La Stampa)

Sceglie parole chiare il Ceo Audi AG nel presentare i dati di un bilancio 2024 interessato in modo inequivocabile dalle conseguenze sul mercato del lusso che arrivano dagli scenari geopolitici e dalle normative dirette alla transizione energetica. (La Gazzetta dello Sport)

I tagli non comporteranno però una revisione dei piani industriali da parte del gruppo Volkswagen e di Audi nello specifico, che continuerà infatti ad investire in nuovi propri prodotti da qui entro i prossimi anni. (HDmotori)

“Navighiamo in acque agitate con una bussola chiara,” afferma Gernot Döllner, CEO di Audi, sottolineando come l’azienda stia trasformando le sfide economiche e competitive in opportunità di rinnovamento. (ClubAlfa.it)

Questa operazione fa parte di un programma di risparmio da 1 miliardo di euro all'anno, volto a rendere il marchio più competitivo e agile. Audi, marchio del gruppo Volkswagen, ha annunciato il taglio fino a 7.500 posti di lavoro in Germania entro il 2029, concentrandosi sulle aree amministrative e di sviluppo. (Automoto.it)

Pesano sui bilanci una domanda ancora poco soddisfacente in Europa e l’alta concorrenza, ormai realtà, dei brand cinesi sempre più agguerriti. L’instabilità che regna nel comparto automotive finisce di pesare come un macigno sui conti delle case automobilistiche. (la Repubblica)